A Napoli il parroco blinda la chiesa con diciassette telecamere installate totalmente a sue spese. Don Salvatore Giuliano, parroco di San Giovanni Maggiore, una delle chiese più antiche e più belle del Centro storico di Napoli, ha agito per conto e di tasca propria. La sua parrocchia infatti sarebbe sotto assedio soprattutto il sabato sera quando, insieme a quella piazza e a quei vicoli, diventano teatro della movida giovanile, terra di nessuno. Da tempo ha richiesto un sistema di video sorveglianza anche per via di quei giovani – spesso minorenni – che bevono alcol, si drogano e rischiano la vita. Il piccolo vicolo di san Giovanni Maggiore, che costeggia le mura del luogo sacro, è crocevia di spaccio e quindi andrebbe costantemente presidiato. Ha provato anche tenendo aperta la sua chiesa di notte il sabato sera, una volta al mese, dalle nove all’una. E i ragazzi che ci entrano sono almeno trecento: si confessano, lasciano bigliettini, hanno voglia di parlare, vogliono essere ascoltati. Ma non è abbastanza.
Il parroco di Napoli blinda la chiesa: videocamere contro spaccio e teppismo
La decisione del parroco di Napoli di blindare la chiesa avviene dopo l’ultimo atto vandalico di sabato scorso. Dei teppisti hanno fatto esplodere con dei petardi le piante che erano state messe a protezione della facciata della chiesa, ridipinta per ben cinque volte perché continuamente imbrattata con lo spray colorato, scritte e disegni. Don Salvatore ha dichiarato:
Indubbiamente un atto estremo, ma è probabile che con questa azione non solo lui, ma forse anche un intero quartiere, possa sentirsi maggiormente al sicuro.
Un prete moderno
Don Salvatore è un prete moderno, sensibile alle tematiche attuali e spesso poco trattate – o volutamente ignorate – dalla Chiesa. Fece discutere molto il suo invito a Vladimir Luxuria che tenne proprio nella Basilica di san Giovanni Maggiore un dibattito sulla transessualità. L’evento, intitolato “Vite al buio”, venne organizzato dalla Curia fu condotto proprio da don Salvatore. Parteciparono, tra gli altri, la fondatrice dell’Associazione Transessuali Napoli Loredana Rossi, Vladimir Luxuria e l’attore Peppe Barra, alla presenza di numerosi cittadini, di alcune scuole di secondo grado della città e di un gruppo folto di transessuali seduti nel transetto della chiesa. In quell’occasione, Don Salvatore riuscì a moderare la discussione con grande capacità, creando un’atmosfera accogliente e mai eccessiva e ricordando, con un certo biasimo, una propria esperienza di giovane seminarista quando si trovò ad incrociare, durante una cerimonia, lo sguardo torvo di un suo superiore, molto anziano, per la presenza di un transessuale.