Luca Traini fece parlare molto di sè nel 2018 quando prese di mira un gruppo di migranti con l’intento di ucciderli, spinto da ideali conservatori e di estrema destra come lui stesso confessò ai carabinieri. Oggi Luca Traini torna agli onori della cronaca non per qualche gesto inconsulto ma per aver partecipato a un concorso di poesie. Il 32enne che il 3 febbraio 2018 ferì sei migranti a colpi di pistola per le strade di Macerata e che per questo è stato condannato in via definiva a 12 anni di carcere per strage, con l’aggravante dell’odio razziale, è arrivato terzo in una sfida di poesie il14 novembre scorso nel carcere di Barcaglione ad Ancona, dove è ad oggi detenuto: la sfida è avvenuta con altri compagni di carcere che hanno preso parte anche alla giuria che si è occupata di dare un giudizio a tutti i partecipanti e decretando Traini terzo sul podio: ma non è tutto, infatti ad oggi il detenuto marchigiano potrebbe addirittura avere la possibilità di partecipare alle finali regionali del campionato nazionale della Lega italiana poetry slam (Lips).
La strage di Macerata
Luca Traini che fine ha fatto? In molti erano insorti quando la triste pagina di cronaca balzò di testata in testata ma anche nei telegionali nazionali quando si venne a sapere che, il così detto “Lupo di Macerata” fu accusato di aver sparato a sei migranti che stavano solamente passeggiando nella città di Macerata. La sentenza da quel lontano 3 febbraio 2018 arrivò solamente nel marzo del 2021 quando in via definitiva Luca Traini fu condannato a 12 anni di reclusione con l’aggravante di odio razziale e porto abusivo di armi. La Suprema Corte confermò inoltre il diritto al risarcimento per le vittime e per le parti civili tra cui il comune di Macerata e la struttura territoriale del Pd contro la cui sede Traini sparò alcuni colpi. All’epoca il “Lupo di Macerata” come fu soprannominato dall’opinione pubblica, dichiarò di aver sparato per rivendicare Pamela Mastropietro, la giovane ragazza che qualche settimana prima era stata uccisa sempre a Macerata.