Prosegue l’emergenza energetica nella regione di Kiev, come conseguenza della guerra in Ucraina. Secondo le stime del governatore regionale della Capitale Oleksiy Kuleba, circa metà del territorio che circonda Kiev rimarrà senza elettricità per i prossimi giorni, a seguito degli attacchi missilistici russi che hanno danneggiato le centrali elettriche ucraine. Gran parte dell’Ucraina si trova dunque al buio e al gelo, senza acqua e riscaldamenti, messa a dura prova dal freddo inverno, che sta portando le temperature anche sotto lo zero.

Se la città di Kiev, abitata da circa 3 milioni di persone, sembra essere riuscita a evitare gravi danni, non si può dire lo stesso della regione circostante, che non comprende la capitale e che prima della guerra contava su una popolazione di circa 1.8 milioni di abitanti.

Intervenuto sul suo canale Telegram, Volodymyr Zelensky conosce una sola soluzione per mettere fine alle ostilità.

Firmare semplicemente qualcosa con questi terroristi non porterà la pace. Sicuramente romperanno qualsiasi accordo raggiunto con loro. Cedere alla Russia qualsiasi elemento della sicurezza di qualcun altro significa nuova guerra. Solo lo smantellamento delle capacità terroristiche russe, la liberazione di tutti i nostri territori e l’obbligo di rendere conto degli assassini porterà la pace. Credo che arriveremo a questo.

Guerra in Ucraina, proseguono i bombardamenti su Zaporizhzhia

Non accennano a fermarsi i bombardamenti russi su Zaporizhzhia, a sud del Paese. Lo ha confermato il governatore della regione ucraina, Oleksandr Starukh, denunciando nuovi attacchi missilistici nella notte di martedì 6 dicembre e condividendo su Telegram alcune immagini del raid. Proprio a Zaporizhzhia ha sede la più grande centrale nucleare europea. A seguito dell’assalto sono state danneggiate infrastrutture critiche ed edifici residenziali, ma secondo Starukh non ci sarebbe nessun ferito né vittime accertate.

Sulla questione del raid a Zaporizhzhia è intervenuta la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che ha dichiarato che “il ritiro della Russia dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia o il trasferimento del controllo su di essa a qualche ‘terza parte’ è fuori questione“. Una smentita diretta al direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, che lo scorso venerdì 2 dicembre aveva auspicato la possibilità di un accordo entro la fine dell’anno tra le parti, a protezione della centrale nucleare locale.

Gli attacchi missilistici sul territorio ucraino, insomma, non accennano a fermarsi e potrebbero proseguire già oggi. La popolazione, dunque, è allertata. Lo ha ribadito Yuriy Ignat, portavoce dell’Aeronautica delle Forze Armate ucraine, come riporta la radio ufficiale ucraina Suspline.

Possono ripetere oggi. In primo luogo, perché è un giorno festivo, il Giorno delle forze armate dell’Ucraina. In secondo luogo perché vediamo questa tendenza: il 10-11 ottobre e il 17-18 ottobre sono stati effettuati attacchi sia il primo giorno, sia il secondo giorno quando hanno colpito un po’ meno, ma hanno colpito comunque.
Dobbiamo essere pronti. L’intera nazione ucraina deve vivere in tali realtà, senza alcun panico, con una mente fredda. E le forze armate faranno ciò che sanno fare meglio: proteggere i cittadini, il loro Stato.

Mosca annuncia attacco ucraino con i droni

Da Mosca, intanto, il Ministero della Difesa fa sapere che ieri, lunedì 5 dicembre, tre soldati russi sono rimasti uccisi e quattro sono stati feriti dagli attacchi di droni su due basi aeree: il campo d’aviazione Dyagilevo, vicino alla città di Ryazan, e la base aerea militare Engels-1, nella regione di Saratov.

Un drone ha attaccato anche un aeroporto nella regione russa di Kursk, al confine con l’Ucraina. Lo ha annunciato oggi il suo governatore Roman Starovoyt sui social media. Un serbatoio di stoccaggio del petrolio ha preso fuoco in seguito all’attacco, ma non ci sono state conseguenze per i cittadini.

In Ucraina altre quattro persone sono state uccise dagli attacchi russi di ieri pomeriggio.