Dentro la storia sportiva dei singoli eventi e delle singole competizioni il calcio è solito regalare tante alte mini storie: di vita, di persone, di popoli. Una delle storie più belle di Qatar 2022, entrate nei cuori anche degli spetattori neutrali, è quella di Hajime Moriyasu, allenatore del Giappone. In molti si sono appassionati alle sorti della Nazionale nipponica che, con sorpresa, ha superato il girone eliminatorio. Non solo: lo ha chiuso da prima in clasiffica lasciando alle spalle niente meno che la Spagna, battuta 2-1 all’ultima giornata, e la Germania che ha addirittura dovuto dire addio al torneo. Sono stati molti i calciatori giapponesi messi in luce durante le partite disputate ma, più di ogni altro, l’attenzione è stata catturata proprio da lui. L’allenaore del Giappone. Dopo 120 minuti emozionanti, per il cuore lanciato oltre l’ostacolo, la squadra ha perso ad i calci di rigore. Sarà la Croazia ad andare avanti e ad affrontare il Brasile ai quarti. Giappone a casa. Ma a testa alta. Una fierezza che l’allenatore Moriyuasu fa trasparire, senza vergogna, nelle parole post gara:
Non siamo riusciti ad arrivare ai quarti di finale, ma i giocatori hanno fatto vedere di essere motivati. Abbiamo battuto Germania e Spagna e acquistato così fiducia: non dobbiamo più recuperare terreno nei confronti delle altre Selezioni; vogliamo continuare a migliorare, ma il nostro futuro pare luminoso.
Hajime Moriyasu: chi è l’allenatore del Giappone
Figlio di costruttori navali, Moriyasu nasce nel 1968 e si appassiona al calcio fin da subito. Anche grazie a suo fratello maggiore, calciatore giapponese, Hiroshi Moriyasu. I primi calci li dà nella squadra della sua università dove si scopre un buon centrocampista e, da lì, inizierà una carriera comunque confinata al solo paese d’origine. E nello specifico alla principale squadra di Hiroshima: il Sanfrecce. Lì ha militato dal 1992 al 1997 e poi dal 1998 al 2001. Nel mezzo un’esperienza di un anno al Kyoto e poi il finale di carriera nel Vegalta Sendai. Vanta anche 35 presenze con la Nazionale giapponese. Appesi gli scarpini al chiodo studia da tecnico e fa pratica nel suo club di sempre, il Sanfrecce Hiroshima. Poi una lunga gavetta nella Nazionale giapponese: Under 23, Nazionale Olimpica e – dal 2018 – Nazionale maggiore. Con la Nazionale del Giappone ha disputato due Mondiali: Russia 2018 e Qatar 2022. In entrambe le occasioni è stato eliminato agli ottavi di finale.
Le sostituzioni geniali
Due vittorie ed una sconfitta. Questo lo score nel suo girone. Il ko contro la Costa Rica ed i successi, clamorosamente, contro le ben più quotate Germania e Spagna. In ambedue le occasioni è stato prprio l’allenatore del Giappone il man of the match grazie alle sostituzioni geniali che gli sono valse vittorie e complimenti dalla stampa mondiale. Contro la Germania sono stati i gol di Doan ed Asano a definire il 2-1: entrambi erano partiti dalla panchina. Quasi la stessa cosa è avvenuta contro le furie rosse: sotto per 1-0 all’intervallo, Moriyasu lancia di nuovo Asano ad inizio ripresa ed è lui a segnare l’1-1 che apre la strada alla rimonta nipponica.
Il taccuino
Moriyasu scrive. Scrive tantissimo. Un po’ come fanno gli allenatori del nostro calcio, Maurizio Sarri giusto per dirne uno. Ma lui scrive in maniera compulsiva, continua, con sacralità. Qualcuno sul web ha ironizzato: è un death note! Con riferimento ad un noto anime giapponese. Come Light Yagami, il protagonista della storia scritta nel Sol Levante, l’allenatore del Giappone ha scribacchiato sul suo taccuino i nomi delle sue vittime. Germania e Spagna. E che vittime.
L’inchino
Ojigi! Questa la parola che indica l’inconfondibile inchino della cultura giapponese. Un gesto di profondo rispetto nell’ambito dei rapporti sociali giapponesi: per presentarsi, per scusarsi, per ringraziare. Ecco: Moriyasu, allenatore del Giappone, ha ringraziato così i suoi tifosi. Un’immagine, quella del suo inchino verso i sostenitori accorsi in Qatar, che rimarrà tra le più belle di questo campionato di calcio. Ci ha divertiti così tanti questo Giappone che sicuramente da casa, qualche appassionato, non importa di quale paese, avrà risposto alla stessa maniera. Ojigi!