Lunedì di incontri a Campo Marzo, sede romana del Movimento 5 Stelle, tra Giuseppe Conte e il leader della Cgil Maurizio Landini: al centro del confronto la Manovra 2023, oggetto di contestazioni anche da parte degli enti istituzionali.

Il meeting, durato circa un’ora, ha chiarito alcune visioni comuni e un atteggiamento particolarmente ostile nei confronti della legge di bilancio attuale. Landini ha promesso di organizzare manifestazioni e scioperi la prossima settimana, “per dire in modo chiaro che il paese chiede a questo Governo e al Parlamento di fare delle riforme di cui tutto il Paese ha bisogno“. Una Manovra “che contiene cose molto sbagliate, non accettabili e che non risolvono i problemi dei lavoratori. Pensiamo che sia necessario cambiarla e migliorarla“.

All’incontro erano presenti anche altri membri illustri del Movimento come i capigruppo parlamentari Francesco Silvestri e Barbara Floridia, i capigruppo in commissione Bilancio Stefano Patuanelli e Daniela Torto, infine i capigruppo in commissione Lavoro Davide Aiello ed Elisa Pirro. Per la Cgil c’è anche Francesca Re David, segretaria nazionale.

Manovra Conte-Landini, il leader M5s: “Siamo fronte all’evasione di cittadinanza”

C’è una discreta sintonia tra Conte e Landini, questo ciò che filtra dall’incontro tra le parti sulla Manovra. Il leader dei sindacati parla di condivisione e di “terreno comune di iniziative“: sul reddito di cittadinanza, il governo “sta commettendo un errore figlio di un mondo che va alla rovescia“.

Un dialogo che arriva a soli due giorni dall’appuntamento tra Cgil e Governo, previsto mercoledì 7 dicembre. Landini ha poi confessato che una delegazione sindacale si è recata in visita con una frangia parlamentare di Fratelli d’Italia, confermando la road map degli incontri che terminerà domani con la Lega. Tra le richieste più urgenti spicca il nuovo Statuto dei diritti del lavoro, per comprendere “se il lavoro rappresenta il riferimento da cui le forze politiche intendono ripartire“. E poi la riforma fiscale e quella delle pensioni, volte a superare precarietà e aumentare dignitosamente gli stipendi. Si intervenga dunque per una riforma fiscale degna di questo nome”. Inoltre, “chiediamo che tutte le misure assurde sull’innalzamento del contante e sui pos siano ritirate e cancellate

Anche lo stesso leader pentastellato non usa certo parole al miele. In maniera sarcastica, l’ex premier conia l’espressione “evasione di cittadinanza“, un regime nel quale “vengono premiati i cittadini che girano con 5 mila euro di contante. Per definire in poche parole la linea politica sin qui adottata dall’Esecutivo, Conte vede “un governo forte con i poveri e con il ceto medio, come ha dichiarato lo stesso Crosetto, mentre in Europa si inchina ai poteri forti“.

Siamo passati da un governo Draghi in cui venivano promessi extraprofitti per 10 miliardi, mai arrivati, a una rinomina della norma che prevede di incassare solo 2,5 miliardi“. Un problema di messaggio e di linea “fortemente recessiva”, in cui “l’economia sommersa viene favorita, gli evasori e i corrotti ottengono benefici così come fiorisce con il riciclaggio di denaro“. Conte ha poi ricordato tutti i pareri negativi espressi sulla Manovra, tra cui l’ultimo in ordine temporale di Bankitalia.