Una persona è stata investita da un treno questa mattina alla stazione ferroviaria di Sieci, vicino Firenze. L’incidente è avvenuto poco prima delle 8 sul tratto regionale della linea lenta. Un investimento mortale, per il quale sono arrivati sul posto forze dell’ordine e autorità inquirenti, che dovranno ricostruire l’esatta dinamica per capire con precisione cosa sia successo. La mattinata è stata inevitabilmente segnata da problemi al trasporto ferroviario e non solo. Nel tratto fra Pontassieve e Compiobbi il traffico ferroviario, prima sospeso completamente, è stato poi instradato su un unico binario. Si sono registrati ritardi, variazioni e cancellazioni ai treni della mattina in particolare sulla linea Arezzo-Firenze e sulla Firenze-Borgo San Lorenzo. Sono stati fatti partire anche alcuni autobus sostitutivi. Disagi con ritardi medi dai 30 fino a 120 minuti si registrerebbero per i treni diretti verso il Mugello e il Valdarno.
Firenze, una persona investita dal treno: dinamica e identità della vittima
La persona investita da un treno regionale questa mattina a Sieci, vicino Firenze, non ha ancora un’identità. Sono inoltre ancora in corso le indagini della polizia giudiziaria che tenta di ricostruire la dinamica dell’accaduto. Secondo alcune indiscrezioni un passeggero avrebbe visto una persona, a suo avviso una donna, attraversare le rotaie dal binario 2 verso il binario 1. Una frazione di secondo in cui i molti presenti, dato l’orario di attesa, hanno visto il tragico epilogo: il treno diretto a Firenze, nonostante avrebbe suonato per avvisare del pericolo, ha preso in pieno la persona che è morta sul colpo. Inutili dunque i soccorsi immediatamente allertati e giunti sul luogo dell’incidente. Intanto sul posto è intervenuta anche la Polfer (polizia ferroviaria) che lentamente sta ripristinando il traffico ferroviario dopo i disagi causati dall’incidente.
Incidenti ferroviari, una strage silenziosa
Nel decennio tra dal 2010 al 2020 sono morte in Italia 809 persone in incidenti legati alle ferrovie. È un massacro costante, di cui si parla poco e che spesso viene affrontato, vedi il caso odierno, come una tragica fatalità. L’ANSF, agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, pubblica annualmente un rapporto sulla situazione della sicurezza delle ferrovie italiane e si occupa di sensibilizzare il pubblico sui pericoli che si corrono con comportamenti scorretti in prossimità dei binari. La legge infatti prevede che l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie effettui la rilevazione dei dati sulla sicurezza del sistema ferroviario italiano nell’ambito di un Rapporto annuale, da inviare entro il 30 settembre all’Agenzia Europea per la Sicurezza delle Ferrovie (ERA) ed al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti affinché il Mit possa riferire al Parlamento. Secondo quanto pubblicato nell’ultimo rapporto annuale, sull’incidentalità ferroviaria l’Italia si colloca tra i valori più bassi dell’Ue, pur mostrando potenziali margini di miglioramento in particolare sul fronte della manutenzione e degli investimenti dei pedoni. Molti incidenti ferroviari sono imputabili a comportamenti pericolosi da parte degli utenti del servizio. L’ANSF in questi anni ha avviato campagne di comunicazione e sensibilizzazione con diversi partner, indirizzate per lo più a ragazzi in età scolare e non solo. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un esempio rilevante di misura attiva per contrastare le morti ferroviarie: le barriere antisuicidio. Queste vengono in genere installate solo sulle metropolitane o le banchine ferroviarie più moderne, ma esistono anche barriere parziali, molto meno costose, che potrebbero essere impiantate con più facilità alle fermate dei treni, almeno quelle più affollate. Una prevenzione più efficace sarebbe utile anche per diminuire i costi e i disagi causati da questo tipo di incidenti anche per le vittime collaterali più note delle morti ferroviarie, ovvero i macchinisti, che si trovano loro malgrado a guidare mezzi potenzialmente letali.