Papa Francesco dichiarazioni sulla guerra in Ucraina: il Pontefice è tornato ad invocare la pace. Del resto, già diverse volte, dall’inizio del conflitto, ha ricordato che “ogni guerra è sempre, comunque e dovunque una sconfitta per tutta l’umanità”, chiedendo ai Paesi coinvolti di provare a trattare e porre fine alle ostilità. L’ultimo appello rivolto alle autorità di Kiev, chiamate “a prendere decisioni lungimiranti per la pace”, era arrivato alla fine di novembre, a nove mesi dall’inizio del conflitto, attraverso una lettera indirizzata al popolo ucraino, al quale Papa Francesco manifestava tutta la sua vicinanza. Ora il Pontefice è tornato sulla questione nella prefazione al libro “Un’enciclica sulla pace in Ucraina”, che raccoglie gli interventi di Bergoglio sul conflitto e di cui un’anticipazione è stata pubblicata dal Corriere della Sera, come riporta l’agenzia di stampa Agi.

Tutti noi, in qualsiasi ruolo, abbiamo il dovere di essere uomini di pace. Nessuno escluso! Nessuno è legittimato a guardare da un’altra parte. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro! Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni. La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti ‘innominati’, responsabili senza nome e senza volto”, scrive Papa Francesco, citando le parole di Pio XII alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale:

Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo.

Papa Francesco dichiarazioni sulla guerra in Ucraina: un nuovo appello alla pace

La guerra in Ucraina, già alla vigilia del suo inizio, ha interrogato ciascuno di noi. Dopo gli anni drammatici della pandemia, quando, non senza grandi difficoltà e molte tragedie, stavamo finalmente uscendo dalla sua fase piu’ acuta, perché è arrivato l’orrore di questo conflitto insensato e blasfemo, come lo è ogni guerra? Possiamo parlare con sicurezza di una guerra giusta? Possiamo parlare con sicurezza di una guerra santa?”, si chiede il Pontefice. “Noi, uomini di Dio che annunciamo il Vangelo del Risorto, abbiamo il dovere di gridare questa verità di fede. Dio è un Dio della pace, dell’amore e della speranza. Un Dio che ci vuole fratelli tutti, come ci ha insegnato il Suo Figlio Gesù Cristo.

Gli orrori della guerra, di ogni guerra, offendono il nome santissimo di Dio – prosegue -. E lo offendono ancora di più se il suo nome viene abusato per giustificare tale indicibile scempio. Il grido dei bambini, delle donne e degli uomini feriti dalla guerra sale a Dio come una preghiera struggente per il cuore del Padre. A quante altre tragedie dovremo assistere prima che tutti coloro che sono coinvolti in ogni guerra comprendano che questa è unicamente una strada di morte che illude soltanto alcuni di essere i vincitori? Perché sia chiaro: con la guerra siamo tutti sconfitti! Anche coloro che non vi hanno preso parte e che, nell’indifferenza vigliacca, sono rimasti a guardare questo orrore senza intervenire per portare la pace.

Mentre continuiamo a pregare insistentemente per la pace in Ucraina, davvero senza stancarci mai, non dobbiamo abituarci a questa come a nessun’altra guerra. Non dobbiamo permettere che il nostro cuore e la nostra mente si anestetizzino davanti al ripetersi di questi gravissimi orrori contro Dio e contro l’uomo – prosegue il Santo Padre -, non dobbiamo, per nessuna ragione al mondo, assuefarci davanti a tutto ciò, quasi dando per scontata questa terza guerra mondiale a pezzi che è drammaticamente diventata, sotto i nostri occhi, una terza guerra mondiale totale. Preghiamo per la pace! Lavoriamo per la pace! Certi che il Signore Gesù, Principe della pace, donerà all’Ucraina e al mondo intero, specialmente dove persistono ancora tanti focolai di guerra, l’alba del mattino di Pasqua.