“Le misure sul contante e sul Pos non possono rappresentare l’evasione fiscale. L’evasione è un’altra cosa, passa per altro tipo di canali, di soluzioni. Ci mancherebbe che passa per delle cifre di contanti di basso spessore come sul Pos di 60 euro. Le formule per contrastare l’evasione vera con cifre molto più alte va combattuta in altra maniera e sono sicuro che questo governo promuoverà misure contro la vera evasione fiscale, quella dei poteri più forti dei 60 euro e del contante che abbiamo ipotizzato”, così il Guido Quintino Liris, senatore di Fratelli D’Italia e capogruppo in Commissione Bilancio, intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.
Pos e contante sono misure mirano “a facilitare la circolazione del denaro e invita, chi se lo può permettere, a consumare e a spendere con maggiore facilità. È un aiuto al commercio. È una possibilità in più per chi vuole spendere e per chi ha un’attività. Non è certo la chiave dell’evasione” ha aggiunto Liris.
Manovra, Liris: “Siamo sulla strada giusta”
L’iter parlamentare della legge di Bilancio è ormai avviato ma è una corsa contro il tempo. Domenica 11 scade il termine per la presentazione degli emendamenti, la maggioranza vorrebbe limitarli a 400, cioè uno per deputato, ma il Pd annuncia che chiederà di discutere tutti i testi depositati.
“La manovra che si sta portando a casa è quella giusta – continua Liris – perché c’è un’attenzione molto forte nei confronti dei più deboli. Se ci fosse una fascia di popolazione meno attenzionata forse è quella media, ma i più deboli sono molto attenzionati. Con l’attenzione alla prima casa, con il bonus carrelli per chi ha realmente difficoltà e anche il reddito di cittadinanza parametrato a coloro che rappresentano le vere fragilità sociali è un punto di arrivo”.
“Il Pd deve stare attento a non sfociare nel ridicolo. Nella misura in cui nonostante con una maggioranza di forse il 95% che c’era con Draghi in Parlamento, si usava e si abusava in ogni provvedimento dell’istituto della fiducia. Io sono contrario se non per arrivare all’esercizio provvisorio. Ma il centrodestra non ha paura del confronto anzi fa emergere le convergenze e le divergenze. Il Pd deve sapere fino a che punto vuole arrivare e soprattutto non deve etichettare come negativi i tentativi di confronto come quello di Calenda e Renzi. Noi sappiamo bene chi sono i nostri alleati di maggioranza ma come il governo Draghi ascoltava anche delle proposte dell’unica opposizione che era quella di Fratelli d’Italia, noi non rinunceremo a fare la stessa cosa. Nella misura in cui le proposte non siano di ostruzione ma siano di costruzione”.
Continuano a circolare sospetti che federazione di Calenda e Renzi possa trasformarsi in una stampella per l’esecutivo in chiave anti Forza Italia.
“Forza Italia può dormire sogni tranquilli – chiarisce il senatore di Fdi. “In coalizione si convive e si va avanti insieme nel rispetto delle sensibilità reciproche. C’è una prospettiva di cinque anni che va onorata anche per rispetto nei confronti degli elettori che sono abituati a percepirci come un’unica cosa. Con diverse sensibilità, con diverse sfumature ma come un unico mondo e noi possiamo fallire nell’appuntamento più importante della nostra vita politica. Il centrodestra da troppo tempo non governa e vuole dimostrare oggi agli italiani chi è la vera classe dirigente all’altezza della situazione“.