L’Italia e l’industria delle armi. Se ne è tornati a parlare nel dibattito sull’invio di aiuti militari all’Ucraina, con toni che hanno spaccato maggioranze e diviso alleati. “Non ci si può più nascondere, pretendiamo un passaggio nelle aule parlamentari affinché sia garantito ai cittadini il diritto a un’informazione trasparente” ha detto qualche giorno fa il presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte a tal proposito, prima di aggiungere: “Se il Governo vuole perorare questa linea guerrafondaia non si nasconda, venga in Parlamento a dirlo, lo faccia votare”. Eppure produciamo armi di ogni tipo, in particolare armi da guerra, tra queste fucili mitragliatori e armi automatiche.
L’Italia e l’industria delle armi: quanto vale il settore?
L’industria delle armi. Un settore, quello militare, che secondo la relazione annuale sull’export di armamenti, solo nel 2021 valeva miliardi. Tra i maggiori destinatari di questo “made in Italy” i paesi NATO, ma anche regimi come il Qatar, il Kuwait, il Turkmenistan…e poi c’è l’Iran. Già a un mese dall’inizio delle proteste iniziarono a circolare le prime foto di manifestanti colpiti dalla polizia con pallottole da caccia, capaci di diffondere centinaia di pallini con un solo colpo. Armi considerate non letali, ma ugualmente pericolose perché per rimuovere tutte le schegge bisogna recarsi in pronto soccorso. Da quelle foto la tv francese France 24 aveva dimostrato che le cartucce erano prodotte tra Livorno e la Francia e sono, quindi, di matrice italo-francese.
L’Italia e l’industria delle armi: una lettera ai ministri
Anche per questo, Amnesty International Italia e altre importanti associazioni del settore hanno scritto una lettera al ministro degli Esteri Antonio Tajani, a quello della Difesa Guido Crosetto e al titolare degli Interni Matteo Piantedosi, per chiedere chiarimenti: quelle armi erano autorizzate? L’inchiesta, pubblicata in Italia dal Manifesto, ha fatto gettato luce su un tema di cui non si parla molto, e porta a chiedersi: qual è la situazione della lobby delle armi nel nostro paese? A questa domanda ha provato a rispondere Giorgio Beretta, analista Opal e autore del libro “Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata”, intervistato da Aurora Vena durante il TG PLUS.
Qui il video dell’intervista: TG PLUS – I nodi e i tempi della manovra e la verità sulla lobby delle armi