Una nuova era, questa la promessa di Elly Schlein sul palco del Monk di Roma dove ha annunciato la sua candidatura alla segreteria del PD. L’ex vicepresidente della regione Emilia Romagna ha parlato in mezzo alla gente e non dal palco, un cambio di registro che dice molto sulla nuova filosofia.

La candidatura ufficiale è stata annunciata a mezzogiorno e cinque minuti ed è stata accolta dal canto di Bella Ciao dei presenti.

Elly Schlein: “Il nostro noi non è escludente”

Il nostro Noi non è escludente, chi arriva oggi parte alla pari. Il governo di Giorgia Meloni ha già mostrato il volto della peggiore ideologia di destra, la crudeltà di bloccare le persone in mezzo ai porti quando è la legge che lo vieta, i ministri che propongono l’umiliazione come metodo educativo, e poi una bella manovra contro i poveri: una redistribuzione  verso l’alto e punisce gli evasori, restaura i voucher e abolisce il reddito di cittadinanza. Il cambiamento parte da noi un noi che significa che i grandi cambiamenti partono dalle mobilitazioni collettive: percorso collettivo per un nuovo partito democratico. Processo costituente per ritrovare il consenso, ricucire un rapporto con la gente andato in frantumi. 

Il lavoro un tema centrale

Lavoro e salute tra i tantissimi argomenti trattati da Schlein. Il primo deve tornare ad essere un tema centrale, il secondo non deve essere più un privilegio per pochi. Riduzione tra le disuguaglianze tra donne e uomini, tra Nord e Sud, ricchi e poveri.

Bollette, giustizie sociale, frecciate alla destra “Diciamo alla destra che il welfare non è un costo, ma un investimento che rende ed è fondamentale” e a Giorgia Meloni: “Non tutte le leadership femminili sono femministe, non ce ne facciamo niente di una premier donna che non aiuta le altre donne, che non ne difende i diritti. Nella manovra si restringe opzione donna e si differenziano le donne sulla base dei figli”.

Inoltre un messaggio a Roberto Saviano, al centro delle cronache questa volta per la denuncia fatta nei suoi confronti da Giorgia Meloni. “Perché è evidente la disparità di livello di tutele e perché non si possono colpire gli intellettuali”.

Infine il saluto a Stefano Bonaccini e Enrico Letta

Io mi rimetto in viaggio con lo zaino e il taccuino per ascoltare la base perché il mondo non comincia e non finisce con le primarie. Serve una cosa nuova, una sfida che riguarda tutti.