Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta in occasione della giornata conclusiva del Med-Mediterranean Dialogues, dove si affrontava la delicata questione sui migranti coinvolti nel Mediterraneo.
La premier ha dichiarato in apertura del discorso che “l’Italia è fortemente impegnata sotto il suo Esecutivo a rafforzare il suo ruolo nelle dinamiche del Mediterraneo“. In somma, la linea dell’Italia non si muove di un millimetro: o si risolve il problema insieme o altrimenti Roma farà valere le proprie ragioni.
Migranti, Meloni invoca europeizzazione gestione rimpatri
Giorgia Meloni parla di “spazio di prosperità condivisa” per identificare il Mar Mediterraneo e il problema migranti, ancora oggi teatro di un’altra tragedia sfiorata. Il richiamo all’Europa si fa dunque più esplicito, dopo che durante la vicenda Ocean Viking erano stati soprattutto i ministri Piantedosi (Interno) e Tajani (Esteri) a prendere in mano il dossier per il tricolore.
Per la leader di Fratelli d’Italia il nostro Paese “non può gestire un flusso legato all’immigrazione con le attuali dimensioni, divenute ormai ingestibili“. Punto di partenza della strategia da adottare sarebbe “l’europeizzazione nella gestione dei rimpatri“. La stessa richiesta fu avanzata da Conte nel 2018.
C’è dunque un duplice da asse da bilanciare: da un lato il meccanismo di solidarietà europeo, che non vada a far gravare la gestione dei flussi sui Paesi che accolgono, dall’altro lo sviluppo e la promozione di politiche di cooperazione con i Paesi africani da cui spesso arrivano i migranti. Per esemplificare quest’ultimo concetto, Meloni afferma che “la nostra prosperità non è possibile se non c’è anche quella dei nostri vicini“, richiamando il Piano Marshall già citato da Tajani. Una questione di approccio che rispetti le identità ma sappia far valere i reciproci interessi.
A margine del vertice ha parlato anche il ministro Antonio Tajani, che ha fatto il punto sul Decreto flussi: un progetto in collaborazione con Piantedosi e Lollobrigida, per creare un percorso strategico post-accoglienza. L’obiettivo dichiarato è “garantire una destinazione operativa ai lavoratori già formati, magari premiando Paesi che fanno accordi con noi”.