Nuovo naufragio nel Mar Mediterraneo: almeno tre i migranti che risultano dispersi nelle acque al largo dell’isola di Lampedusa. Secondo le prime ricostruzioni, la nave su cui viaggiavano si sarebbe ribaltata a pochi chilometri dalle coste siciliane.
Il barchino ospitava circa 50 persone, almeno dalle prime testimonianze visive, quasi tutte portate in salvo dalla Guardia Costiera e dalla Capitaneria di porto, tra di loro ci sarebbero anche 7 donne e un minore. L’episodio è accaduto in piena notte, con l’imbarcazione che è risultata decisamente sovraccarica rispetto alla sua capienza ottimale.
Naufragio Lampedusa, erano 50 i migranti a bordo dell’imbarcazione
I migranti soccorsi dopo il naufragio sono stati immediatamente trasferiti all’hotspot di Lampedusa per iniziare la procedura di accoglienza e triage. Una persona, tuttavia, è stata trasferita in elisoccorso all’ospedale di Agrigento priva di sensi: inutili i tentativi di rianimazione sul posto.
Non è stato possibile ricostruire il numero preciso delle persone a bordo, in ogni caso il dramma è stato evitato grazie al pronto intervento delle autorità che hanno assistito alla scena quando erano ormai nei pressi dell’imbarcazione. A causa del peso poco distribuito e bilanciato su un unico lato, la barca si è completamente rovesciata.
Non si conoscono per il momento le nazionalità dei migranti, eppure pare che siano partiti dal porto di Sfax, Tunisia centrale. Probabile dunque che sia coinvolta la rotta africana legata al Sahara occidentale. Il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella ha aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I pm di Agrigento si stanno, al momento, muovendo sulla base delle testimonianze dei sopravvissuti. Le ricerche continuano, con i sopravvissuti convinti che i tre dispersi possano essere rimasti intrappolati nello scafo.
Nel frattempo, a proposito di naufragi avvenuti in prossimità di Lampedusa, si è chiuso il processo per la tragedia avvenuta il 11 ottobre 2013, quando morirono 268 persone. A distanza di 9 anni dall’accaduto i due imputati rimasti alla sbarra, Leopoldo Manna e Luca Licciardi, all’epoca dei fatti responsabile della sala operativa della Guardia Costiera e comandante della sala operativa della squadra navale della Marina, sono stati assolti in quanto il reato è caduto in prescrizione.