Manovra taglio pensioni. Con la Manovra 2023 il governo chiede un contributo importante ai titolari di assegni medi e alti. A pagare pegno in termini di mancati aumenti degli importi mensili è una platea abituata al tema. Si tratta dei pensionati che ricevono un trattamento superiore a quattro volte il minimo, vale a dire almeno 2.101,52 euro lordi al mese. Da questo importo in su, il dazio versato sull’altare dei conti pubblici cresce con l’importo della pensione. I colpiti in base agli ultimi censimenti dell’Inps sono poco più di tre milioni, cioè quasi un pensionato su cinque

Manovra taglio pensioni

Più che di taglio bisogna parlare di rinuncia ad una quota dell’aumento collegato all’inflazione.

A partire dal 1° gennaio 2023 la rivalutazione delle pensioni è stata divisa in 6 fasce che prevede un bonus per le pensioni minime. Man mano che si sale con gli importi vi è una percentuale di rivalutazione sempre inferiore.

  • per le pensioni fino a 4 volte il minimo, cioè circa 2.100 euro lordi mensili, si riconosce il 100%;
  • per le pensioni da 4 a 5 volte il minimo, cioè circa 2.625 euro lordi mensili, se ne riconosce l’80%;
  • per le pensioni da 5 a 6 volte il minimo, cioè circa 3.150 euro lordi mensili, se ne riconosce il 55%;
  • per le pensioni da 6 a 8 volte il minimo, cioè circa 4.200 euro lordi mensili, se ne riconosce il 50%;
  • per le pensioni da 8 a 10 volte il minimo, cioè circa 5.250 euro lordi mensili, se ne riconosce il 40%;
  • per le pensioni che superano 10 volte il minimo, cioè oltre i 5.251 euro lordi mensili, se ne riconosce il 35%;

Alcuni esempi:

  • A 2.500 euro lordi si deve rinunciare a 18 euro di aumento
  • Con una pensione lorda da 4mila euro, la rinuncia mensile è di 73 euro
  • Con una pensione da 6mila euro lordi al mese si deve rinunciare a 175 euro

Tale perequazione non agirà solo sulle pensioni 2023, ma anche per quelle relative al 2024.

Le parole di Giorgetti

“Facciamo un intervento doloroso sulle pensioni non minime, ma che corregge di circa 10 miliardi nei tre anni l’andamento” della spesa pensionistica. “Avrei preferito non farlo ma in assenza di questo, la quadratura del cerchio non poteva avvenire”. Lo ha detto il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti rispondendo in audizione.