La manovra, Corte dei Conti avvisa che le misure sul pos e sui contanti non sono coerenti col Pnrr. Per l’esattezza, e per usare il termine esatto, “incoerenti con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale previsto nel Pnrr”.
A dirlo è il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite della Corte dei conti, Enrico Flaccadoro in audizione sulla manovra. Intanto l’esecutivo valuta di tornare alla versione di Opzione donna in vigore finora, ma con una mini proroga: il tempo – tra i sei e gli otto mesi – di mettere in cantiere la riforma complessiva del sistema previdenziale.
Manovra Corte dei Conti pos contanti. Dietrofront
Otto pagamenti con carta su dieci sono sotto i sessanta euro. E’ questa la mole di operazioni sulla quale la manovra del governo Meloni disarma i consumatori, mettendo al riparo dalle multe gli esercenti che negano loro il Pos.
“Non vedo l’ora che arrivi il primo gennaio per accettare solo pagamenti da 60 euro in su“, dice un tassista pasdaran della cartamoneta, sulla strada tra l’aeroporto di Linate e il centro di Milano. “Dovrà abituarsi a girare coi contanti“, avverte.
Non tutti credono a questo estremismo anche se questo pensiero comune sembra essere piuttosto diffuso. Ma certo si teme l’effetto liberi-tutti. E se dovesse essere così, i problemi non sarebbero pochi davanti a queste misure che il governo vorrebbe adottare e soprattutto dopo l’avvertimento della Corte dei Conti. Non è escluso che ci possa essere un dietrofront sulla misura dei Pos e dell’innalzamento del tetto dei contanti.
Le altre misure previste
Altra possibile novità potrebbe riguardare il Superbonus: sale il pressing dei partiti per prorogare i tempi e sfruttare l’agevolazione al 110% anche nel 2023, insieme alla necessità di disincagliare il mercato dei crediti.
Ma proprio sul fronte delle pensioni è scontro fra il governo e sindacati: Giorgetti rivendica il coraggio di un’operazione che guarda soprattutto “ai giovani”.
Dopo il via libera della Camera, il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto decreto Nato, per prorogare “fino al 31 dicembre 2023” e “previo atto di indirizzo delle Camere”, il provvedimento. A breve potrebbe arrivare sul tavolo del governo il sesto decreto aiuti all’Ucraina.