Scandalo Balenciaga: bambini sfruttati per promuovere una campagna pubblicitaria del brand con in mano peluche vestiti con abiti bondage ed oggetti BDSM.
Questa decisione del marchio ha fatto scatenare un’infinità di polemiche sui social e non solo. Infatti, la questione è stata discussa ampiamente nei giornali e nelle tv statunitensi, al punto che Kim Kardashian, volto storico del brand insieme al suo ex marito Kanye West, ha deciso di prendere le distanze da esso.
Dopo alcuni giorni di rapida discesa per Balenciaga, il direttore creativo Demna Gvasalia ha pubblicato un post di scuse all’interno del suo profilo Instagram, chiarendo il significato che hanno per lui quelle immagini e condannando la pedofilia e la pedopornografia in ogni sua forma.
Lo stilista georgiano è a capo del brand francese dal 2015, in seguito ad un passato di successo con Vetements, il marchio che ha fondato lui stesso in prima persona.
Dopo alcune scelte discutibili che sono state fatte in passato, Balenciaga è tornata al centro delle polemiche, soprattutto sl web, il quale gli ha “tributato” per l’occasione un apposito hashtag “#cancelbalenciaga“, al quale hanno aderito molti personaggi famosi e non.
Scandalo Balenciaga bambini, il post di scuse su Instagram del direttore creativo Demna Gvasalia: “Mi scuso cin chiunque sia stato offeso dalle immagini”
Sotto accusa sono state messe soprattutto le scelte effettuate dal direttore creativo georgiano, Demna Gvasalia, per i concept adottati all’interno delle campagne “Balenciaga Objects” e “Balenciaga x Adidas”.
In seguito alle polemiche, lo stilista del brand ha pubblicato un post di scuse sul suo profilo Instagram. Ecco quali sono state le sue parole:
“Voglio scusarmi personalmente per la scelta artistica sbagliata del concept per la campagna di regali con i bambini e mi assumo la mia responsabilità. Non era appropriato che i bambini promuovessero oggetti che non avevano nulla a che fare con loro.
Per quanto a volte mi piacerebbe provocare un pensiero attraverso il mio lavoro, non avrei MAI intenzione di farlo con un argomento così orribile come l’abuso sui minori che condanno. Punto”.
Dopodiché, il direttore creativo georgiano ha comunicato la sua intenzione di sostenere le organizzazioni che lavorano per tutelare i bambini e ha rinnovato le scuse anche da parte del brand:
“Ho bisogno di imparare da questo, ascoltare e impegnarmi con le organizzazioni per la protezione dei bambini per sapere come posso contribuire e aiutare su questo terribile argomento.
Mi scuso con chiunque sia stato offeso dalle immagini e Balenciaga ha garantito che verranno prese misure adeguate non solo per evitare errori simili in futuro, ma anche per assumersi la responsabilità di proteggere il benessere dei bambini in ogni modo possibile”.
Nelle prossime ore vedremo quale sarà la reazione del web a queste parole di Demna Gvasalia e se il futuro dello stilista sarà ancora con Balenciaga oppure no.
Le campagne sotto accusa e gli “indizi” del passato
Demna Gvasalia non ha ricevuto il premio da Business of Fashion, che gli è stato revocato in seguito alle campagne pubblicitarie di Balenciaga che tanto stanno facendo discutere.
Ma cosa riguardano queste campagne sui bambini? Il direttore creativo ha deciso di inserire dei bambini con in mano degli orsacchiotti con finiture fetish ed intorno altri oggetti BDSM per una pubblicità natalizia.
Per un’altra campagna per la primavera 2023, invece, una borsa era posizionata su alcuni documenti legali della Corte Suprema, nei quali si discuteva sul fatto che il bando della pedopornografia infantile violasse o meno il Primo Emendamento.
Per finire, un libro posizionato sullo sfondo di una terza campagna raffigurava un libro di Michael Borremans, artista belga che nel 2017 dipinse dei quadri con bambini nudi, alcuni castrati.
Ma tutti questi indizi si limitano al presente o c’è anche altro nel passato di Demna Gvasalia? Andando a spulciare su un suo vecchio post di Instagram si può leggere una frase alquanto strana se letta dopo tutto quello che è successo. Nel post lo stilista diceva:
“La gente crede che io, Lotta e Gosha siamo cresciuti tra pedopornografia e scorie di Chernobyl“.