Emergono nuovi e ulteriori particolari in merito all’inchiesta Prisma, e i suoi diversi filoni, che vede coinvolta la Juventus e le manovre economiche del club negli ultimi anni. Oltre alle plusvalenze, la lente d ingrandimento della magistratura è puntata sulla cosiddetta “manovra stipendi”, ovvero l’accordo privato raggiunto tra la Juventus e i calciatori della rosa in merito alla rinuncia di quatto mensilità in pieno periodo Covid. Proprio la “manovra stipendi” della Juventus è al vaglio della Consob per capire se realmente si è trattato di un escamotage che ha portato a delle alterazioni nei bilanci bianconeri del 2019, 2020 e 2021 come sospettano i magistrati.

Juventus e la manovra stipendi: l’interrogatorio di Dybala

In merito alla “manovra stipendi” sono emerse le chat WhatsApp che l’allora capitano Giorgio Chiellini (CLICCA QUI per leggere tutto) avrebbe inviato nel gruppo squadra il 27 marzo del 2020, messaggi in cui era ben delineata la strategia societaria. Proprio su questo tema Paulo Dybala, all’epoca calciatore della Juventus, è stato sentito dalla Procura di Torino lo scorso 24 marzo. Alcuni stralci significativi dell’interrogatorio di Dybala sono stati pubblicato quest’oggi dal quotidiano Repubblica. Di seguito alcuni passaggi delle parole rilasciate dall’argentino alla Procura di Torino in merito alla “manovra stipendi” Juventus: “Era un periodo confuso. Ricordo che prendemmo la decisione di decidere, se accettare o meno, tutti insieme. Tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi e nessuno sapeva che noi avremmo preso tre mesi pagati più avanti”.

Juventus e la manovra stipendi: il retroscena di Dybala sul rinnovo

L’attaccante oggi alla Roma ha poi proseguito: “Quante volte ho firmato? Non ricordo, ma ricordo con esattezza che quando ho firmato la scrittura sulla riduzione avevamo già raggiunto l’accordo con la società. Credo insieme. In una rinunciavamo e nell’altra riprendevamo tre mensilità. Di fatto prendevamo il doppio alcuni mesi della stagione successiva”, le ammissioni di Dybala ai magistrati durante l’interrogatorio. Se la prima manovra fu raggiunto un accordo collettivo, nella seconda manovra stipendi prospettata dalla società ai calciatori le cose andarono diversamente come ammesso dallo stesso Dybala: “Nella seconda manovra ognuno questa volta decideva per sé. Io non volevo aderire, volevo ricevere tutti i mesi lo stipendio. Poi il mio gruppo di lavoro mi ha detto: meglio se lo facciamo, abbiamo un buon rapporto con la società, per avere migliori prospettive per il rinnovo“. Ma così non è stato, visto che a Dybala non è stato rinnovato il contratto, con la Joya che si è trasferito a parametro zero alla Roma di José Mourinho.