Accadde oggi, il 2 dicembre 1973, che l’Italia visse la sua prima giornata dell’austerità. La crisi energetica spinse il governo a misure straordinarie, per risparmiare il più possibile l’elettricità e la benzina. Qualche analogia con l’attuale presente si può trovare: anche questa crisi, come la nostra, partiva da una guerra. Ma in quei tempi andati, lo shock fu talmente grande che arrivò a stravolgere la vita di tutti, più che in ogni altra crisi successiva. Vale la pena, dunque, fermarsi un attimo e ricordarla.
Accadde oggi: la giornata dell’austerità del 1973
Nell’ottobre del 1973, Israele era nel pieno dello Yom Kippur, festività di digiuno e pentimento. Egitto e Siria approfittarono per attaccare lo stato ebraico, proseguendo l’ormai lunga stagione delle guerre arabo-israeliane. Per sostenere le nazioni arabe, l’Opec aumentò arbitrariamente il prezzo del petrolio da 3 a 12 dollari al barile, per colpire i paesi che appoggiavano Israele. Questo embargo indiretto causò una crisi energetica senza precedenti. Per i governi di tutto il mondo furono tempi difficili, fatti di risparmio, economie in sofferenza e domeniche a piedi. Immagine simbolo del periodo fu la chiusura delle stazioni di servizio, per mancanza di benzina. La crisi stimolò la ricerca di fonti alternative, dando il via allo studio sulle energie rinnovabili. Parole come “ecologia” e “risparmio energetico” divennero di uso comune. Alla fine del 1973, la guerra tra Iran e Iraq spinse l’OPEC ad aumentare la produzione di petrolio, abbassandone il prezzo. La crisi energetica finì, ed il mondo tornò alla normalità.
Accadde oggi: giornata austerità, gli interventi del governo italiano
In Italia intervenne la politica, la quale aveva come obiettivo di preservare i frutti del boom economico degli anni trascorsi. Il 23 novembre l’esecutivo di Mariano Rumor varò il decreto legge 304 (ribattezzato “Decreto Austerity”), che impose forti limitazioni al consumo di energia. La legge vietava l’uso dell’automobile e della motocicletta la domenica e nei giorni festivi, più limitazioni ad impiego di barche e aerei privati. L’illuminazione pubblica fu ridotta del 40%, bar e ristoranti dovevano chiudere a mezzanotte. Le sale da ballo e le discoteche dovevano spegnere tutto entro le 23, le pompe di benzina chiudevano alle 19 di sabato e restavano tali per tutta la domeniche. Anche le istituzioni si adeguarono alla nuova legge. Il Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, fece tirare fuori una vecchia carrozza trainata da cavalli, che sostituì degnamente l’auto presidenziale.
Non tutti i mali vengono per nuocere
Le città italiane avevano un aspetto surreale. Non c’erano veicoli in giro e spesso dominava il silenzio. Ciononostante, gli italiani non rinunciarono alla domenica fuori casa, antidoto ideale contro lo stress da lavoro. Non potendo usare l’auto, tirarono fuori la bicicletta, o andavano a piedi. Le gite fuori porta lasciarono posto alle passeggiate in città, approfittando del fatto che i negozi di giorno erano aperti. E lo erano anche gli stadi, che facevano registrare il tutto esaurito. I cittadini facevano di necessità virtù, alleggerendo di molto l’atmosfera pesante della crisi. Anche la temperatura degli interni, che non doveva superare i 20 gradi, non rappresentava un problema. Anche la televisione si adeguava, con il TG1 della Rai che anticipò la messa in onda dalle 20.30 alle 20, per far finire prima il programma d’intrattenimento della prima serata. Il concetto di risparmio energetico prese piede nella coscienza collettiva. Con la primavera del 1974, la crisi energetica finì. L’austerity non era più necessaria e parte della coscienza di risparmiare energia evaporò, soprattutto nel decennio successivo. Non mancarono gli strascichi, come l’inflazione, che arrivò al 12,5%. Il boom economico sembrava ormai finito.