Orientamento scuola: un’ora a settimana contro la dispersione, fenomeno che interessa ad oggi il 12,7 per cento dei giovani italiani. E’ questo uno degli interventi annunciati dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha illustrato il suo programma davanti alle Commissioni Cultura del Senato e della Camera.

Orientamento scuola: le parole del Ministro

«L’orientamento – ha detto Valditara – è cruciale per ridurre il tasso della dispersione scolastica. Per questo motivo, in adesione a una riforma prevista dal Pnrr, con un decreto ministeriale di prossima emanazione adotterò le linee guida per le scuole al fine di intraprendere azioni orientative sistematiche che avranno come perno moduli curricolari di 30 ore annuali, nelle tre classi della scuola secondaria di primo grado e nelle ultime tre classi di quella secondaria di secondo grado, con l’individuazione di docenti tutor».

I segni della dispersione

L’abbandono scolastico è un fenomeno che coinvolge statisticamente e con un impatto più evidente, tutti gli studenti che frequentano il primo e il secondo anno di scuola superiore ma ha radici più profonde che risalgono già alle medie. Orientamento scuola, in questa ottica, può supportare i ragazzi e le ragazze in un percorso di conoscenza di se stessi indirizzata verso una scelta consapevole. E’ altrettanto chiaro a tutti che trenta ore l’anno non possono certo bastare a risolvere i drammatici ritardi di apprendimento che gli alunni italiani iniziano ad accumulare già a 11-12-13 anni.

Sono poche ma rischiano di essere troppe

Trenta ore sono oggettivamente poche ma, allo stesso tempo, rischiano di essere troppe. Spieghiamo. Come già avvenuto per l’ora di Educazione civica, introdotta l’anno scorso in tutte le scuole dalle elementari in su, l’introduzione di nuovi “insegnamenti” porta al taglio di altrettante ore di lezione che, sempre più spesso, riguardano materie curriculari. Il pericolo è che in questo modo si continui a sottrarre tempo per le materie curriculari, costringendo i docenti a una corsa sempre più forsennata per portare a termine i programmi di cui, inevitabilmente, sono proprio gli studenti a fare le spese. Negli ultimi tre anni delle superiori è anche peggio perché alle 30 ore di orientamento e alle 33 di Educazione civica si aggiungono quelle dell’alternanza scuola-lavoro. Insomma, un congestionamento di materie che potrebbe apportare più problemi che altro.