Tradimenti, il premio Nobel Harold Pinter torna a teatro. “Questo dovrebbe rendere molto difficile, per un regista oggi, portare avanti un discorso originale sul testo. L’approfondimento dell’umano in tutte le sue sfaccettature è stato senza dubbio il punto di partenza del mio lavoro sull’opera” a dirlo è il regista Michele Sinisi, che per il ritorno del premio Nobel a teatro ha scelto di chiedersi chi sono questi personaggi, che relazioni sociali intessono fra di loro e in quale tipo di ambiente sono immersi.
Tradimenti, Harold Pinter torna a teatro
Tradimenti di Pinter, chi frequenta il teatro e la letteratura lo conosce molto bene. Il risultato è uno spettacolo costruito fianco a fianco con lo scenografo Federico Biancalani e con gli attori. Fondamentale è stato infatti un profondo confronto collettivo rispetto al testo e alle sue possibili interpretazioni. Tradimenti di Pinter infatti è ricco di elementi di analisi, di spunti di riflessione che tutt’ora possono attivare, nel pubblico, una risposta “potente”. Bisogna solo cercare nuove prospettive da cui guardare il tradimento, esaminare la complessità di questo tema. Non basta rappresentarlo. Per fare questo il regista ha reso la scenografia co-protagonista, elemento fondamentale infatti è portare fisicamente l’opera davanti allo spettatore creando un ambiente in cui i corpi e le voci possano emergere in tutta la loro forza vitale.
Tradimenti, la voce dell’autore
Il rischio di tradire in qualche modo il testo, la voce dell’autore è concreto e vivo ogni volta che si affronta un’opera, ma tradire, in questo senso, significa elaborare, dare alla voce autoriale uno spazio nuovo nel quale esprimersi. Sinisi ha deciso di affrontare questa “traduzione” in scena utilizzando come filo rosso quello del testo, dell’arte. La professione di gallerista di Emma, quella legata alla scrittura di Jerry e Robert sono gli elementi attraverso i quali il percorso artistico interroga se stesso, nel testo e nella scena: “Ecco questo ho voluto valorizzare, insieme allo studio dei rapporti fra i protagonisti, alle loro relazioni. Però, come sempre, prestando grande attenzione al pubblico. Il teatro dev’essere divertente e coinvolgente. Il pubblico deve dunque trovare qualcosa di se stesso, qualcosa che sia a lui vicino nella rappresentazione. Non voglio portare avanti un discorso intellettuale autoreferenziale riservato agli esperti del settore. Tradimenti di Pinter deve riuscire ad appassionare, a muovere ad una riflessione, ad essere parte del presente”, conclude il regista.
Tradimenti
Sarà in scena al TeatroBasilica dal 1 al 11 dicembre. Tradimenti è un’opera del Premio Nobel per la Letteratura Harold Pinter con la traduzione di Alessandra Serra, regia Michele Sinisi, con Stefano Braschi, Stefania Medri e Michele Sinisi. Lo spettacolo torna a Roma per due settimane, a grandissima richiesta, dopo il successo dello scorso anno.