Kanye West Twitter: proseguono i problemi per il rapper americano, che da anni continua a far parlare di sé per le ricorrenti affermazioni antisemite e razziste, che gli sono più volte costate la sospensione dalla piattaforma di Musk. Questa volta è stato lo stesso patron di Tesla a spiegare le motivazioni del ban temporaneo: West sarebbe accusato di aver violato i termini di Twitter con dei post di “istigazione alla violenza”, pubblicando un’immagine che, stando a quanto riportato, avrebbe mostrato una svastica intrecciata a una stella di David, il simbolo ebraico, diventato un segno di identificazione durante il regime nazista e la persecuzione degli ebrei. Non è la prima volta che succede.
Kanye West Twitter: una storia travagliata
L’ammirazione del rapper per Hitler non è del resto una novità. “Amo Hitler”, aveva confessato in una recente intervista condotta dal cospirazionista Alex Jones. “Hitler ha fatto anche cose buone… Le autostrade, il microfono che uso per fare musica”. Parole che lasciavano poco spazio al dubbio, tanto che lo stesso Jones aveva dovuto interromperlo, affermando: “I nazisti erano deliquenti e hanno fatto cose davvero cattive”. Qualche ora dopo le sue dichiarazioni, il social network Parler aveva dichiarato di aver abbandonato l’offerta di acquisto fatta dal rapper, che voleva comprare la piattaforma, molto utilizzata dai conservatori, dopo essere stato sospeso da Twitter.
Passo indietro condiviso anche da altre aziende, che negli ultimi mesi hanno deciso di recedere dai contratti stipulati con il rapper a causa delle sue dichiarazioni filonaziste e antisemite, mettendo a dura prova il suo patrimonio. È il caso della tedesca Adidas; gli attivisti per i diritti umani avevano chiesto a gran voce al brand di prendere provvedimenti nei confronti dei commenti offensivi di West: cosa che alla fine è successa. “Adidas non tollera l’antisemitismo e qualsiasi altro tipo di incitamento all’odio – avevano fatto sapere -. I commenti e le azioni recenti di Ye (un soprannome del rapper, ndr) sono stati inaccettabili, pieni di odio e pericolosi e violano i valori aziendali di diversità e inclusione, rispetto reciproco ed equità“.
Una recessione che è costata al rapper ben 264 milioni di dollari di perdite, secondo le stime, e che, tuttavia, non lo ha fermato. Solo qualche giorno dopo, alcuni membri del suo entourage artistico avevano deciso di rendere pubbliche alcune rivelazioni: sembra che il rapper, in passato, avesse intenzione di pubblicare un album intitolato “Hitler” per via della fascinazione subita dalla figura del dittatore. L’album è stato poi pubblicato, nel 2018, con il titolo “Ye”, che richiama sé stesso. “Se potesse, farebbe il tifo per Hitler dicendo quanto fosse straordinario e come fosse in grado di accumulare potere, e poi parlerebbe di tutte le cose che il partito nazista ha ottenuto per il popolo tedesco”, aveva raccontato alla Cnn una fonte vicina all’artista, che ha lasciato l’azienda di West con un accordo di riservatezza.
Rivelazioni che avevano portato anche la Universal Music Group, la multinazionale che ha sempre pubblicato la sua musica, a far sapere che il contratto con West era terminato. “Non c’è posto per l’antisemitismo nella nostra società. Siamo profondamente impegnati a combatterlo così come e tutte le forme di pregiudizio”, aveva affermato la società in una nota. Dopo Adidas, anche i marchi Gap e Balenciaga, tra gli altri, hanno rotto i rapporti di collaborazione con lui, che sembra essere attualmente in caduta libera. La rottura del matrimonio con Kim Kardashian, che di recente si è espressa contro le dichiarazioni dell’ex marito, potrebbe aver accelerato il processo. Da ultimo, il rapper, ormai sotto i riflettori per le sue vicende più che per la sua musica, aveva fatto sapere di volersi presentare alle elezioni presidenziali del 2024, chiedendo a Trump di diventare il suo vicepresidente.