Zeman attacca la Juventus. “La questione del club bianconero? Penso che non sia un problema solo della Juve, è che la procura di Torino è più sveglia di altre. Purtroppo, è segno di crisi del calcio, non solo italiano“. Zdenek Zeman peli sulla lingua non ne ha mai avuti, tanto meno occhi di riguardo per nessuno.
Non ne ha avuti anni fa, nel 1998, quando parlò di doping e di Juventus, la squadra per cui ha sempre tifato. Oggi, in occasione della presentazione della sua autobiografia, libro “La bellezza non ha prezzo“, edito da Rizzoli, l’ex tecnico di, tra le altre, Foggia, Lazio e Roma e Pescara, ha ripercorso tutte le fasi della sua lunga carriera, che dura da 50 anni, ma ha anche avuto l’occasione di parlare del terremoto che sta coinvolgendo la Juventus, ma secondo lui non è l’unico club in difficoltà.
”E’ sempre la Procura di Torino a muoversi per prima – ha detto il boemo – La Juve è spesso nei titoli di giornale e nelle Procure. La situazione mi fa male ma non per la Juventus, mi fa male per il sistema calcio. Io non penso che solo la Juve abbia problemi nel calcio, o sia l’unica che agisce in un certo modo, ma servono altre Procure che agiscano in un certo modo“.
Zeman attacca Juventus. Figc ingiusta
Secondo il boemo, “qualche cosa non è andata per il verso giusto, e la procura deve capire cosa è andato bene e cosa no. La giustizia sportiva ha già decretato che plusvalenze si possono fare, ma secondo me questo non è giusto. Se lo dice la Federazione possono continuare, ma secondo me si fanno male da soli“.
Il discorso si sposta poi sulla finanza nel calcio: “Il problema è quello, più avanti andiamo e più la finanza prevale sul calcio come sport. Purtroppo oggi calcio italiano sta male economicamente e tecnicamente, visto che manca da due mondiali dove un tempo partecipava e magari vinceva». Qualche parola anche sulla Superlega: «La volevano quei cinque sei club che stavamo messi male, ma avrebbero pagato tutti gli altri’‘.
Tutto cominciò col doping
Zeman da tempo ha abbandonato l’idea di calcio, fuori dal campo, visto come puro divertimento.
Troppi interessi, troppo legato a logiche economiche che però rischiano di diventare pericolose proprio perché ormai il calcio, inteso solo come gioco, ha davvero poco. “Purtroppo il calcio ha avuto problemi e continua ad averne. Ripeto il concetto che è finito il calcio come sport ed è iniziato calcio come business, e nel business ci sono sempre sorprese. Se non si fa con oculatezza, può finire male“.
La frase nel 1998 su farmaci e uffici finanziari è rimasta nella storia recente del calcio. ‘’La salute è la cosa più importante – ha ribadito oggi – La gente sana non ha bisogno di prendere farmaci. Tanto è vero che si fanno visite di idoneità’’.
Frasi che trovarono riscontro nei laboratori. ‘’Zeman si è servito della sua notorietà in maniera generosa per aprire breccia sull’ipocrisia – ha sottolineato il professor Sandro Donati, simbolo mondiale della lotta al doping presente oggi all’evento dedicato all’allenatore di Praga.
“Dopo le frasi di Zeman, un giovane tecnico del laboratorio mi confessò sconvolto che gran parte delle urine dei calciatori venivano buttate via. Le analisi quindi non venivano fatte. Le frasi del mister portarono alla caduta del direttore del laboratorio e dell’allora presidente del Coni’’.
La sorpresa Mihajlovic
‘’A volte per difendere la bellezza serve un po’ di coraggio’’. Lo ha detto Zeman alla presentazione del suo libro (scritto con Andrea Di Caro). Presenti all’evento tanti ex suoi giocatori, come Eusebio Di Francesco, Luigi Di Biagio, Giuseppe Favalli, ma anche Sinisa Mihajlovic e Sandro Donati.
‘’Mi hanno chiesto per dieci anni di scrivere autobiografia – ha continuato il tecnico ceco – io pensavo che fosse meglio post mortem ma alla fine ho accettato. E’ vero che è stato sempre amato anche dai tifosi dei club che non ha allenato? Gli chiede qualcuno. ‘’Penso che il motivo sia perché a loro piaceva quello che le mie squadre provavano a fare, magari senza riuscirci’’.
La ricorrente frase su Zeman, pronunciata da chi ha sempre voluto sminuire le sue battaglie, è sempre stata: non ha vinto nessun trofeo.
Sinisa Mihailovic, arrivato alle spalle del mister facendogli una sorpresa proprio mentre si parlava di lui, la vede in modo diverso: ‘’E’ vero, ma ha vinto molto di più di chi ne ha vinti tamti: ha fatto giocare bene le sue squadre, ha fatto crescere i giovani, divertire i tifosi e i giocatori’’.
‘’Prima di lui in Italia si giocava per non perdere, con lui si è iniziato a giocare per vincere. Ha lasciato il segno. Quando affrontavamo le squadre di Zeman da avversari, erano c… amari’’.