Incidente a Ciao Darwin Gabriele Marchetti, 54 anni all’epoca dei fatti rimase paralizzato durante la nota trasmissione tv nel 2019. È di oggi la notizia che il giudice, accogliendo anche un’eccezione della difesa, ha assolto tutti gli imputati con la formula “perché il fatto non sussiste”.

L’incidente, durante la prova dei rulli del concorrente dello show condotto da Paolo Bonolis, avvenne nell’aprile 2019. Le conseguenze furono che Marchetti rimase tetraplegico. La famiglia ha così commentato la notizia dell’assoluzione degli imputati: “Ce lo aspettavamo, ma la sofferenza non si cancella. Ora occorre più sicurezza“.

Incidente a Ciao Darwin Gabriele Marchetti tetraplegico dopo i rulli

Ben quattro persone erano finite a processo per l’incidente a Ciao Darwin di Gabriele Marchetti. Il tribunale monocratico di Roma ha assolto gli imputati, sui quali pendeva l’accusa di lesioni personali gravissime. A processo erano finiti, tra gli altri, due rappresentati di Rti, società produttrice della trasmissione televisiva che andava in onda su Canale 5. Il concorrente Gabriele Marchetti, oggi 57enne, era impegnato nella prova del ‘Genodrome’, un percorso che richiedeva di effettuare dei balzi tra grossi rulli in movimento. L’uomo, dopo aver perso l’equilibrio, era rovinato proprio sui rulli, ferendosi in maniera seria.

L’indagine gli indagati

Il pm Alessia Miele aveva ottenuto di processare Sandro Costa e Massimo Porta, entrambi ai vertici di Rti (Reti televisive italiane, società confluita in Mediaset, nonché produttrice della trasmissione in onda su Canale5), accusati di lesioni gravissime e violazione delle leggi inerenti la sicurezza sul lavoro, e poi Massimiliano Martinelli, dirigente della società Maxima, responsabile dell’attrezzatura di scena, e, infine, Giuliano Giovannotti della Sdl 2005, azienda che all’epoca aveva l’incarico di selezionare i partecipanti di Ciao Darwin.

Le contestazioni avevano ad oggetto il mancato addestramento del concorrente a cimentarsi nella prova e le condizioni di oggettiva pericolosità dell’impianto del gioco. Il sistema di rulli, infatti, era sospeso a oltre un metro di altezza su una vasca dal fondo rigido, senza protezioni o materiale che ofsse in grado di assorbire un’eventuale caduta.

Marchetti, subito dopo l’impatto, riportò lo schiacciamento di due vertebre, con una lesione al midollo che compresse il torace, impedendogli di respirare. L’operazione effettuata d’urgenza non riuscì a impedire la paralisi dell’uomo, impossibilitato a muoversi dal collo in giù.

“Paolo Bonolis non mi ha mai cercato”

In una intervista dello scorso giugno, Marchetti aveva detto a proposito dell’incidente a Ciao Darwin e del conduttore Paolo Bonolis: «Prima di quel giorno ero un uomo che faceva mille cose. Adesso per me è finito tutto; Paolo Bonolis non mi ha mai cercato per sapere le mie condizioni di salute. Neanche persone a lui vicine mi hanno mai contattato. Soltanto qualcuno della produzione all’inizio si è fatto sentire per telefono e per mail con la mia famiglia per conoscere la mia condizione fisica. Si sono messi a disposizione per ogni eventuale nostra necessità. Poi però non ci sono stati altri contatti».

Intanto, la famiglia di Marchetti, rappresentata dagli avvocati Giovanni Ciano e Federica Magnanti, ha commentato a caldo, attraverso i propri legali, l’assoluzione degli imputati: “La sofferenza che stiamo affrontando non viene cancellata dalla fine di un processo. È un calvario che viviamo ogni giorno. Però non c’è alcuna amarezza per l’esito del processo. Una condanna o un’assoluzione non riportano indietro le lancette del tempo. La vendetta non ha mai sfiorato i nostri pensieri, l’intento di Gabriele, e in generale di tutta la famiglia, non è mai stato di vedere la gente finire dietro le sbarre. Infatti, abbiamo appena ritirato la querela. Eravamo pertanto consapevoli che il giudice avrebbe potuto assolvere tutti. La nostra intenzione è stata fin dal principio colpire le società: sensibilizzale affinché si applichi la normativa sulla sicurezza per prevenire infortuni nei luoghi di lavoro, ma anche negli spazi ludici“.