Manduria prete morto. È giallo sul ritrovamento di un cadavere nelle campagne tarantine, tra Manduria e Uggiano Montefusco, e di una macchina di proprietà della vittima bruciata a circa mezzo chilometro di distanza, vicino al cimitero locale. Sul caso, che riguarderebbe l’ex parroco di Trana Giovanni Marraffa, 88enne originario del Tarantino, scomparso lo scorso sabato, stanno indagando i carabinieri della stazione di Manduria.
Manduria prete morto: è giallo. Cosa ne sappiamo finora
Secondo quanto riportato da alcune fonti locali, sarebbe di Giovanni Marraffa, ex parroco di Trana ora a riposo, il cadavere rinvenuto nella serata di ieri, 30 novembre, in contrada “Pozzo sfondato”, nelle campagne tarantine di Manduria. Il corpo senza vita del prete era adagiato vicino a una chiesetta rurale all’ingresso della cittadina di Uggiano Montefusco, la piccola frazione dove l’anziano di 88 anni viveva insieme alla sua famiglia e da dove era stato visto allontanarsi sabato scorso, per l’ultima volta. Poi di lui si erano perse le tracce; fino a ieri, quando sono stati ritrovati prima la sua autovettura, una Fiat Punto di colore grigio, e poi il corpo, a una cinquantina di metri.
L’auto, completamente carbonizzata, non aveva fatto presagire nulla di buono: a trovare il cadavere, poco distante, era stato uno dei volontari dei quattro gruppi manduriani della Protezione civile, mobilitata dalle forze dell’ordine, che stavano battendo l’area circostante al mezzo rinvenuto. La vittima era distesa supina con le mani sul petto ed era completamente vestita, fatta eccezione per la cintura slacciata. A una prima occhiata, il suo corpo non presenterebbe segni di violenza superficiali. L’ipotesi è che la morte possa essere avvenuta per cause naturali, ma per chiarire ogni dubbio sono stati disposti ulteriori accertamenti e sarà quindi l’autopsia, nei prossimi giorni, a stabilire le motivazioni del decesso, che risalirebbe a circa 24 ore dal ritrovamento.
La salma è stata già trasportata nell’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, dove il medico legale incaricato effettuerà tutti gli esami del caso. Per ora sono molti i lati oscuri della morte, a cominciare dall’auto bruciata rinvenuta in un parcheggio sterrato poco distante dal cimitero di Manduria e dal luogo di ritrovamento del cadavere; ma è stato anche un altro dettaglio a far insospettire gli inquirenti: secondo i racconti dei familiari, la vittima avrebbe portato con sé un trolley rosso, che però non è stato ancora ritrovato. L’uomo, a riposo dal 2011, era rimasto a disposizione del vescovo della diocesi di Torino, della quale faceva parte, dopo aver svolto le sue ultime funzioni sacerdotali nella parrocchia di Trana, una delle tante della sua vita. “La parrocchia di San Francesco di Paola piange la morte del suo primo parroco”, scrive oggi un utente su Facebook per ricordarlo.
Non è la prima volta, quest’anno, che nell’area si fanno ritrovamenti di questo tipo
Lo scorso aprile, sempre nel manduriano, il corpo di un 84enne era stato trovato carbonizzato all’interno della sua auto in un terreno non di sua proprietà, alla periferia di Maruggio, in provincia di Taranto. La segnalazione era partita da alcuni abitanti di una villa adiacente al luogo del ritrovamento che, allertati dalle fiamme, avevano deciso di chiamare i vigili del fuoco: una volta domato l’incendio, che aveva colpito una Ford Escort, era stato rinvenuto il cadavere. Poi, a luglio, a fare la stessa fine era stato un 79enne: l’uomo era scomparso da due giorni, quando il suo corpo era stato trovato senza vita in un podere di campagna sulla Manduria Francavilla appartenuto alla sua famiglia d’origine, anche il quel caso carbonizzato, all’interno della sua auto, una vecchia Renault 4 distrutta dal fuoco, la stessa con cui l’anziano si era allontanato da casa, facendo poi perdere le sue tracce. In entrambi casi gli inquirenti avevano ipotizzato che potesse essersi trattato di suicidio.