Nelle ultime ore Elon Musk ha dichiarato che entro sei mesi potrebbe essere impiantato il primo chip Neuralink all’interno di un cervello umano.
L’annuncio è avvenuto durante un evento organizzato dalla stessa società di neurotecnologie tenutosi Mercoledì 30 Novembre 2022. Il magnate sudafricano ha inoltre comunicato che la sua azienda ha già predisposto ed inoltrato tutta la documentazione richiesta dalla Food And Drug Administration per iniziare la sperimentazione umana.
I tecnici e gli ingegneri di Neuralink infatti sarebbero già pronti ad approdare alla fase di test su volontari umani al fine di perfezionare l’invenzione.
Qualora dunque la richiesta venga positivamente accolta dall’istituzione che ne regola l’attuazione è verosimile dunque che già nel Maggio del 2023 i chip realizzati da Neuralink possano essere testati su cervelli umani.
L’obiettivo dei microchip è migliorare la qualità di vita dei soggetti affetti soprattutto da disabilità. Il chip impiantato nel cervello permetterebbe di interfacciarsi con dispositivi tecnologici solo grazie alla connessione neuronale grazie al quale la persona potrà ritrovare capacità comunicative. Lo sviluppo di questa tecnologia inoltre mira a far riacquistare le capacità neuromotorie a persone affette da paralisi, morbo di Parkinson o Alzheimer.
Già in passato inoltre Musk aveva dettato la strada del progresso neurotecnologico come l’unica via possibile per permettere all’uomo di competere con le intelligenze artificiali del futuro.
L’annuncio di ieri tuttavia non chiarisce quale sia il livello attuale delle procedure burocratiche e se dunque i sei mesi paventati possano essere in realtà solo una stima ottimistica. Infatti già nel 2021 il fondatore di Neuralink aveva diffuso la notizia di un’imminente via alla sperimentazione umana. Ma da quel momento è passato più di un anno.
Forse l’annuncio pare essere legato ad informare ed aggiornare tutti gli investitori della bontà del progetto senza preoccuparsi dei passi in avanti realizzati dalla concorrenza.
Synchron, azienda rivale di Neuralink, ha già ottenuto il permesso alla sperimentazione umana e già nello scorso Luglio è stato installato un loro chip nel cervello di una persona negli Stati Uniti dopo aver compiuto i test su quattro volontari in Australia.
Elon Musk Neuralink: test su una scimmia
Nel corso dello stesso evento è stato poi mostrato un video che sta già rimbalzando in rete. Nella clip si vede una scimmia sottoposta a test. Sake, questo il nome del primate, è riuscita a digitare col pensiero la frase “welcome to show and tell” attraverso il monitor di un pc.
Gli ingegneri hanno spiegato come questo sia stato possibile e come la tecnologia neuronale abbia permesso la connessione tra organismo biologico e computer.
Il chip impiantato nell’area cerebrale destinata alla vista ha permesso di catturare gli input visivi che la scimmia avesse acquisito. Questo ha permesso al dispositivo tecnologico di trasformare i dati cerebrali in output visualizzabili sul monitor del pc.
Di fatto la scimmia è riuscita a comporre una frase attraverso una tastiera virtuale su schermo. Ma com’è possibile che una scimmia possa scrivere una frase con una tastiera senza la capacità di leggere?
La frase infatti è stata indotta dagli stessi scienziati: eseguendo dei flash artificiali hanno evidenziato di volta in volta la lettera necessaria per comporre la frase. La scimmia ha captato questi segnali visivi e li ha elaborati nella corteccia visiva. Il chip a questo punto ha trasformato gli input cerebrali in output sul computer mostrando la corrispondenza tra le lettere evidenziate nel test e la formazione della frase richiesta.
Il test è un primo passo per mettere a punto il sincronismo tra azione di pensiero e visualizzazione del dato sul monitor. Ciò permetterebbe per esempio a persone che hanno perso la vista di elaborare testi sullo schermo solo con il pensiero.
Neuralink inoltre tende ad incrementare il numero di elettrodi dei propri dispositivi. Se la prima generazioni di chip utilizzava 1024 elettrodi, i modelli di nuova produzione li hanno portati ad oltre 16.000. Ciò permetterebbe quindi una sempre più precisa coincidenza tra immaginato e riprodotto.
Il ricercatore di Neuralink Dan Adams ha infatti affermato che questo sviluppo consentirebbe in futuro di generare immagini reali nella mente di una persona cieca, di fatto ridonandole la vista.