Il segretario Pd Enrico Letta non usa mezzi termini per esprimere il suo giudizio negativo sulla Manovra 2023. Nel corso di un punto stampa al Nazareno, sede del partito, il leader uscente ha evidenziato il carattere a breve-termine del provvedimento e ha rilanciato la manifestazione del 17 dicembre dove il Partito Democratico presenterà le sue controproposte.
Tra queste figurano “il salario minimo, il taglio al cuneo fiscale, oltre ad altri interventi fondamentali“. In mattinata incontro con Confindustria, sindacati e rappresentanti delle piccole-medie imprese.
Manovra 2023, Letta conferma la manifestazione Pd del 17 dicembre
Enrico Letta definisce “iniqua e totalmente inadeguata” la legge di bilancio, ossia il perno fondante della Manovra 2023. In sintesi, quanto accaduto nella settimana politica, dai pagamenti elettronici in particolare, “conferma il giudizio negativo nei confronti di una manovra senza visione che altro non è che un quinto Decreto Aiuti“.
Una vera e propria stroncatura dipinta contrastando la vacuità della Manovra con tutte le problematiche che l’Italia sta fronteggiando in questa fase storica, su tutti l’inflazione e il caro energia. Contestato il contrasto al caro energia per le imprese, la mancanza di interventi strutturali, la totale assenza di sicurezza sulla riforma delle pensioni. In sintesi, “un vero e proprio inno all’evasione fiscale, coloro che sembrano aver scritto l’agenda programmatica per i prossimi 12 mesi“. Ma il leader dem promette di dare voce alla maggioranza degli italiani che ha sempre rispettato gli obblighi tributari.
Giudizio negativo alla finanziaria anche dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che già nei giorni scorsi si era espresso in maniera fortemente contraria. Il leader apprezza la volontà politica del Partito Democratico di confrontarsi con le parti sociali, sottolineando che “abbiamo chiesto un incontro a tutte le forze politiche in Parlamento per cambiare una legge di Bilancio sbagliata, con tanti errori o passi indietro“. Non è da escludersi una futura mobilitazione insieme a Cisl e Uil per mettere in campo iniziative sul territorio. In questo clima di grande disapprovazione potrebbe prendere campo l’ipotesi di uno sciopero collettivo nella settimana tra il 12 e il 16 dicembre.
Le ultime parole dalla maggioranza
Non sono mancate tuttavia altre dichiarazioni in merito alla Manovra 2023.
Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulé, esponente della corrente berlusconiana di Forza Italia, ha criticato con vigore l’incontro tra Giorgia Meloni e Carlo Calenda, avvenuto nei giorni scorsi. Mulé ha definito il leader di Azione “un personaggio politicamente instabile“, facendo anche un parallelismo con il concetto chimico di instabilità e le sue reazioni naturali. Instabilità ma anche inaffidabilità (“Il Pd stesso ne ha fatto le spese”), prima di spegnere qualsiasi entusiasmo dal momento che “Giorgia Meloni, che non è Biancaneve, non accetterebbe mai una mela avvelenata da Carlo Calenda“.
Ci sono infine le ultime uscite pubbliche di chi la Manovra la sta redigendo in prima persona, ossia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Difendendo a spada tratta quanto fin qui costruito, rammenta che “il governo ha utilizzato quel minimo scostamento previsto dalle regole di bilancio per destinare tutte le risorse a famiglie e imprese“. Poi, per evitare ogni forma di parallelismo, conclude ricordando le “scelte coraggiose e più mirate” fatte in questi due mesi di legislatura.