Tragedia nel pomeriggio di ieri in via Libertà a Palermo, dove per un incidente sul lavoro un falegname di 67 anni, Michele Pisciotta, è morto mentre si trovava nel palazzo al civico numero 86, all’altezza di via Villa Heloise, poco dopo di via Ugdulena.
I contorni della vicenda sono ancora poco chiari ma dalle prime informazioni pare che l’uomo stesse effettuando dei lavori all’interno di un appartamento e improvvisamente sia caduto.
Dopo l’incidente sono arrivati subito sul luogo gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della polizia, che conducono le indagini, il medico legale intervenuto per eseguire l’ispezione cadaverica e il personale dello Spresal, il Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Asp, che ha ascoltato gli altri operai che si trovavano con Pisciotta al momento dell’incidente.
Sul posto sono arrivati anche i familiari della vittima che hanno atteso la fine degli accertamenti e lo spostamento della salma che, con un furgone della polizia mortuaria del Comune di Palermo, sarà trasferita con ogni probabilità all’Istituto di medicina legale del Policlinico. Si attendono disposizioni da parte del pm che dovrà decidere se disporre o meno l’autopsia sul corpo del falegname. “Michele cercava il bagno, è salito sul soppalco, racconta un familiare, ed è caduto dentro quella botola”.
Il racconto diventa presto un atto d’accusa: “Perché quella botola non era segnalata?”. Il responsabile della ditta che sta eseguendo i lavori, l’impresa “Amedeo Belli”, si limita a dire a Repubblica: “Non eravamo stati noi a chiamare il falegname Pisciotta” mentre il committente dei lavori, il signor Salvatore Cusimano, taglia corto al telefono: “Non conoscevo questo artigiano”. E le domande restano senza risposta.
Forse, Michele Pisciotta non aveva cognizione di tutto il cantiere. E in cerca di un bagno si è ritrovato nel vuoto. “Non si può morire così, piange la cognata, per la nostra famiglia è un incubo che ritorna: quarant’anni fa, era morto un nostro zio nello stesso modo, mentre lavorava. Cadde giù da un’impalcatura”.
Palermo incidente sul lavoro: “Una strage annunciata”
“Ancora una volta, denuncia il segretario generale Fillea Cgil Palermo, Piero Ceraulo, queste dinamiche si verificano in assenza di controlli, soprattutto nei cantieri privati. Il lavoratore è caduto da un’impalcatura ad un’altezza relativamente bassa. Ma il tema è: perché a 67 anni si continua a lavorare rischiando incidenti mortali? È purtroppo una strage annunciata. E sicuramente gli interventi recenti del governo sulle pensioni tanto agognate dagli edili sono sempre più lontani. Nonostante sia stata confermata l’Ape sociale, per noi i 41 anni di contributi e i 62 anni di età non sono sufficienti per dare risposte agli edili palermitani e siciliani, in una realtà in cui la media dei contributi da noi, nel settore delle costruzioni, è di 27 anni. Chiediamo come abbiamo sempre fatto maggiori controlli”.
Dalle verifiche effettuate dalla Fillea Cgil Palermo nel sistema di Cassa edile ed Edil Cassa, il lavoratore non risulta censito e inquadrato come operaio edile. “Va verificato, aggiunge Ceraulo, in che tipo di azienda lavorava, se un’azienda edile o una del legno. Se era un falegname dovrebbe aver applicato il contratto del legno presso un’azienda”.
Uil: “Servono più ispettori e controlli”
La Uil Sicilia ribadisce la necessità di aumentare il numero degli ispettori e dei controlli nei cantieri. “Si muore ancora di lavoro, dichiara Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia e Palermo ed è inaccettabile. Esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia dell’operaio scomparso nell’attesa di capire le cause di questa tragedia”.
Dall’inizio del 2022, sono 52 i morti sul lavoro in Sicilia, uno in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Gli ultimi dati forniti dall’Inail parlano di 28.277 denunce d’infortunio fra Gennaio e Ottobre di quest’anno, 9013 in più rispetto all’anno scorso.