Sintomi nuove varianti Covid: Cerberus e Gryphon sono più subdole rispetto a Omicron 5 dal momento che presentano dei sintomi molto comuni come il raffreddore.
Questo rende ancora più difficile per una persona riuscire a capire se si tratta di una normale influenza oppure di un’infezione da Covid-19.
Inoltre, le nuove sottovarianti Cerberus e Gryphon, che ad oggi rappresentano quasi il 10% dei positivi giornalieri, riescono a “bucare” con maggiore facilità l’immunità che viene garantita dai vaccini e riescono, così, a penetrare nell’organismo del soggetto ed infettarlo.
Dunque, come ci possiamo difendere da queste nuove varianti? La cosa più importante, anche se diventa sempre più difficile da fare, è quella di imparare a riconoscere i sintomi che si hanno, sapendo cogliere le sfumature e le piccole differenze che intercorrono tra l’una e l’altra infezione.
Per fare questo, perciò, diventa sempre più fondamentale effettuare un tampone per capire se l’infezione possa essere ricondotta al Covid, senza aspettare quindi di avere la febbre alta o una forte tosse.
A tal proposito, anche l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato che le due varianti Cerberus e Gryphon sono da “monitorare con grande attenzione” per via delle mutazioni correlate a una potenziale evasione della risposta immunitaria.
Sintomi nuove varianti Covid: ecco come capire se sei stato contagiato da Cerberus e Gryphon
Attualmente Omicron 5 detiene anche la percentuale maggiore dei contagiati, ma le nuove varianti Cerberus e Gryphon si stanno facendo strada e stanno iniziando ad insinuarsi all’interno di sempre più persone.
In particolare, la sottovariante BQ.1, nota come Cerberus, rappresenta la metà dei contagi negli Stati Uniti, mentre la XBB, nota come Gryphon, sta avanzando seppur in percentuali ancora minori.
Secondo l’Istituto Superiore della Sanità (ISS) queste sottovarianti devono essere monitorate “con grande attenzione” perché “a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a una potenziale evasione della risposta immunitaria”. L’OMS, invece, ha definito la sottovariante Gryphon come “la più immunoevasiva mai vista”.
Riguardo i sintomi delle nuove varianti Covid, il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, ha spiegato che:
“Stiamo cominciando a conoscere meglio Cerberus. È confermato che tende a manifestarsi soprattutto nelle alte vie respiratorie, causando sintomi simili a quelli dell’influenza, come raffreddore, tosse stizzosa e mal di gola. Fermo restando che è da capire quanto ciò sia ‘demerito’ di un virus meno patogeno e quanto merito dell’immunità che si è creata nella popolazione.
Purtroppo le varianti più recenti si stanno dimostrando ‘immune escape’: una capacità collegata anche alla maggior trasmissibilità. Questo significa che attaccano più facilmente. Per cui anche una febbre non elevata, sotto i 38 gradi, deve indurre alla cautela. Meglio, in questo caso, sottoporsi a tampone, perchè è molto probabile che si tratti di Covid”.
Sintomi nuove varianti Covid, non un semplice raffreddore: ecco cosa fare
Pregliasco, poi, parla del fatto che le nuove varianti non sono un semplice raffreddore, ma qualcosa di più serio. Ecco le sue parole in merito:
“Sicuramente anche le nuove varianti non provocano un raffreddore, anche se spesso vediamo nei pazienti naso che cola. A differenza del passato, ora non causano quasi più perdita del gusto e dell’olfatto, vertigini e mal d’orecchio. In sostanza, attaccano più le prime vie respiratorie. Per questo possono essere confuse con altre forme virali e indurre a soprassedere. Cosa sbagliata perché l’infezione Covid va diagnosticata”.
Massimo Ciccozzi: “Non possiamo prevedere, dobbiamo essere pronti”
Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di ricerca Epidemiologica molecolare dell’Università campus Bio-medico di Roma, ci ha prospettato quale sarà lo scenario per quanto riguarda l’immediato futuro di queste due nuove varianti Covid:
“Sono ottimista perché il Covid si sta adattando sempre più a noi, come vediamo dallo sciame di sottovarianti di Omicron. Anche Cerberus, come abbiamo evidenziato in uno studio, è meno contagiosa di Omicron 5, che è considerata la più contagiosa della storia.
Però non possiamo prevedere se arriverà una variante che ci spiazzerà e diventerà peggiore di Omicron: ecco perché dobbiamo essere pronti”.