La Commissione Europea recentemente ha emesso un regolamento contro il packaging inquinante: addio alle bustine di zucchero in commercio ma anche nei bar e addio anche ai flaconcini di plastica negli alberghi che contengono bagnoschiuma e shampoo.
Lo stop dell’Unione Europea
Stop dell’Unione Europea per gli imballaggi inquinanti: i ristoranti e i bar europei dovranno dire addio alle bustine di zucchero e dolcificante o contenenti salse e condimenti di altro tipo. Dagli hotel spariranno invece i flaconi da 50 ml di shampoo e bagnoschiuma. L’obiettivo della proposta della Commissione Europea contro gli imballaggi inquinanti è quello di ridurre i rifiuti in plastica e altri materiali nocivi per il nostro Pianeta: la norma, da ieri al vaglio dei governi nazionali e del Parlamento europeo, ha già scatenato l’ira del settore del packaging italiano che si ribella ai divieti imposti dall’Unione Europea.
Quali sono i settori interessati al divieto
Nel mirino degli stop proposti dalla Commissione Europea ci sono anche gli imballaggi monouso per frutta e verdura fresca di peso inferiore a 1,5 kg, a meno che non vi sia un bisogno comprovato di evitare perdita di acqua o perdita di vitalità ma anche dei rischi come quelli microbiologici o se si parla addirittura di shock fisico. Gli imballaggi monouso sono previsti per alimenti e bevande riempiti e consumati all’interno dei locali nel settore Horeca, che comprendono tutte le aree di ristorazione all’interno e all’esterno del determinato posto, con tavoli e sgabelli, aree in piedi e aree di ristorazione offerte agli utenti finali congiuntamente da più operatori economici o terzi ai fini del consumo di alimenti e bevande.
I numeri dei rifiuti prodotti
Palazzo Berlaymont ha riportato le cifre dei rifiuti prodotti relativi all’anno 2020: ogni europeo ha generato quasi 180 chili di rifiuti tra cui carta e cartone che sono i principali colpevoli poiché hanno prodotto circa 32,7 milioni di tonnellate nel 2020, seguiti da plastica e vetro che invece hanno prodotto circa 15 milioni di tonnellate a testa. Se non si da una svolta alla rotta intrapresa, secondo i servizi del capo delle Politiche ambientali Ue, Frans Timmermans, si stima che nei prossimi otto anni gli scarti da imballaggio aumenterebbero del 19%, mentre per la plastica si parla addirittura di un +46%.