Mentre si continua a scavare nel fango di Casamicciola Terme alla ricerca dei dispersi, sull’isola di Ischia, Legambiente punta l’attenzione sul dissesto idrogeologico, sul cambiamento climatico e sulle lentezze del nostro Paese.
Legambiente: “Ischia e l’Italia a rischio”
Su Radio Cusano Campus, nella trasmissione Base Luna chiama Terra il responsabile scientifico di Legambiente, Andrea Minutolo, ha parlato della tragedia ischitana. E lo fa puntando l’attenzione sul consumo del suolo:
C’è una complicità che ha tanti responsabili e tanti anni che hanno permesso il consumo di suolo e un uso del territorio sbagliato. Sull’isola di Ischia quanto su tutta l’Italia. Se consideriamo che il 90% dei comuni italiani ha un’area classificata a rischio idrogeologico elevato sia per rischio frana sia per rischio alluvione. È una caratteristica intrinseca del nostro territorio, con la quale dobbiamo convivere, purtroppo, ma soprattutto dobbiamo evitare che gli errori del passato si ripetano anche in questo momento.
Secondo il dottor Minutolo inoltre, il nostro Paese è fragile sia dal punto di vista sismico sia dal punto di vista del dissesto idrogeologico e vulcanico. “Ischia – per il responsabile scientifico di Legambiente – ha tutte queste criticità in contemporanea”.
Legambiente: “A Ischia inutile parlare di messa in sicurezza del territorio”
Secondo Minutolo poi, vedendo le immagini di quanto accaduto, è inutile parlare di messa in sicurezza del territorio:
Su tutta la zona del monte Epomeo, che è un vecchio vulcano, non si può costruire e di certo quello che è stato costruito va, nella maniera più categorica, delocalizzato. Spostato da lì. Inutile ricostruire: nel caso di una frana, non c’è una tecnica che ti permette di non venire giù se cede il terreno sottostante. Dobbiamo modificare il paradigma, per non ripetere la costruzione in luoghi palesemente sbagliati. Questo il messaggio da cui ripartire.
All’Italia manca un piano di adattamento al cambiamento climatico
La situazione è difficile anche perché sul cambiamento climatico, poco è stato fatto: “Il piano di adattamento al cambiamento climatico giace in un cassetto da quando all’epoca il governo guidato da Matteo Renzi e il ministro dell’Ambiente era Gian Luca Galletti. Da allora sono cambiati tre governi e tre ministri” afferma Andrea Minutolo a malincuore.
I piani da soli non servono a salvare le vite, ma sono uno strumento utile per chi deve governare il territorio per andare, in maniera univoca, verso la mitigazione e la riduzione delle emissioni per ridurre gli effetti del cambiamento climatico ma anche, per quanto riguarda l’adattamento – e quindi come i territori possano subire minori impatti quando avvengono questi eventi – è compito delle amministrazioni. Speriamo che questa ennesima tragedia sia la prima a segnare un cambio di passo nella mentalità. Condonare non serve, consumare il suolo non serve, difendere a tutti i costi l’indifendibile e ciò che è in un luoghi sbagliati, non ha più senso. Cominciamo a ragionare con delocalizzazioni, a spostare ciò che è a rischio. A salvare vite umane, piuttosto che al voto elettorale.