Nuovo che avanza e vecchio che ammuffisce. A vederli ora sembra quasi che, paradosso dei paradossi, il più trumpista dei due sia quello con il nome diverso. Ron De Santis e Donald Trump si stanno giocando la leadership del Partito Repubblicano. Una contesa che avrà riflessi diretti sulle prossime elezioni Presidenziali del 2024 quando uno dei due rappresenterà il gop contro – almeno per ora è così – l’attuale presidente democratico Joe Biden.
Le avvisaglie della contesa c’erano già prima delle elezioni di midterm. Donald Trump ha sempre avuto belle parole per De Santis ma queste, un po’ alla volta, e forse offuscate da un’invida crescente, hanno lasciato il posto agli attacchi e agli intenti denigratori. Quel che si dice in America – De Santis è un Trump più intelligente – non deve aver fatto piacere all’ex Presidente che ha fiutato il pericolo. E, come ogni leader narcisista, ha cercato di eclissare quella stella più luminosa di lui che rischia di oscurarlo.
Ma l’azione di De Santis non è passata inosservata. La sua prestazione alle midterm, dove si è confermato governatore della Florida con un largo successo, lo hanno ulteriormente consacrato come uomo del momento in casa gop. Di contro un Trump che continua a collezionare brutte figure elettorali: dopo la sconfitta del 2020 le midterm sono andate piuttosto male. E, ulteriore malus, quasi tutti i candidati scelti da lui hanno perso. Tutto questo ha portato ad un rimescolamento di credibilità nel partito con alcuni sostenitori gop, nonché i gruppi di opinione vicini all’area politica, si sono detti pronti a scaricare Trump e salire sul carro di De Santis. Tuttavia sondaggi alla mano, riporta YouTrend, regna equilibrio. E ancora non è possibile capire chi, tra i due, sarà effettivamente il prossimo candidato presidente.
Trump De Santis: cosa stanno facendo intanto?
Trump sta rimettendo insieme i cocci della cocente debacle alle midterm. Per prima cosa ha detto che non farà campagna elettorale per Herschel Walker: il candidato senatore repubblicano, scelto da Trump, che si giocherà il seggio contro Raphael Warnock al ballottaggio di dicembre. Il Tycoon teme l’ennesima sconfitta e, per ora, si defila. Intanto però l’annuncio della candidatura è stato fatto: ha detto di volersi candidare alle prossime elezioni presidenziali. Lo ha fatto con largo anticipo e, forse, nella speranza di compattare per tempo tutto il partito intorno a lui. Ci sono le primarie da vincere.
De Santis è tutt’altro che in disparte. Gode di larga stima ed ha il futuro davanti. E, mentre si gioca questa sfida, continua il suo lavoro da governatore della Florida. E lo fa alla Trump perché, come abbiamo detto, il suo approccio politico non è affatto diverso da quello dell’ex Presidente. Ed infatti, approvata la legge dont’ say gay che abolisce agli insegnanti del suo stato di trattare argomenti di tipo sessuale, ha risposto per le rime niente meno che a Disney. La multinazionale ha criticato la scelta di De Santis e lui:
Un’azienda grande e potente ma noi stiamo dalla parte della gente e non ci interessa quello che un’azienda con sede a Burbank, California, dice sulle nostre leggi.
Poi nella stessa intervista – rilascia a Fox News che, ad oggi, ha scaricato Trump – ne ha anche per Apple:
Le notizie secondo cui Apple non sta consentendo ai dimostranti di utilizzare queste funzioni airdrop per cercare di comunicare, il che ovviamente fornisce aiuto e sostegno alla Repubblica Popolare Cinese.
Insomma, è De Santis ma è trumpista. Ed è l’astro nascente del partito Repubblicano. Ad oggi favorito a staccare, dalle mani proprio di Trump, il ticket per la prossima corsa presidenziale.