Prendono vita gli intergruppi al Parlamento. Quei gruppi che si costituiscono, trasversalmente all’assise parlamentare, per la trattazione di specifiche materie. E che mescola, quindi, parlamentari di vari gruppi politici. Proprio oggi ha preso vita l’intergruppo parlamentare ‘Insieme per un impegno contro il cancro’. Hanno già aderito 53 deputati di tutti gli schieramenti. Vanessa Cattoi, deputata leghista a coordinatrice dell’intergruppo, ha commentato:

Sulla lotta al cancro c’è molto da fare. L’obiettivo è attuare a livello legislativo e senza divisioni partitiche le istanze che provengono sia dalle organizzazioni dei pazienti e dei malati oncologici sia dal comitato tecnico scientifico. La ricerca scientifica deve diventare maggiormente accessibile. Un ringraziamento speciale va ad Anna Maria Mancuso, presidente di Salute Donna Onlus, alle 43 associazioni dei malati oncologici e ai colleghi parlamentari di tutti gli schieramenti politici che hanno collaborato.

A farle eco è il capogruppo alla Camera, sempre della Lega, Riccardo Molinari. Il suo commento:

Ci sono materie che non possono avere bandiere politiche e credo che il lavoro portato avanti da questo intergruppo nelle due precedenti legislature rappresenti il miglior auspicio di collaborazione concreta a cui siamo chiamati come rappresentanti del popolo. L’obiettivo raggiunto del rifinanziamento dei farmaci innovativi oncologici, ad esempio, è infatti una base di partenza che deve avere un seguito concreto.

Intergruppo Parlamento: c’è anche quello sui diritti LGBTQQIA+

Già costituitosi nelle scorse settimane, invece, è l’intergruppo parlamentare per la tutela e la promozione dei diritti delle persone LGBTQIA+. Il quale si è riunito per la prima volta ieri a Palazzo Madama. A margine dell’incontro è stata diffusa una nota congiunto dei parlamentari e delle parlamentarie che ne fanno parte:

L’intergruppo si propone proprio come strumento per facilitare questo percorso attraverso azioni legislative e iniziative comunicative e culturali unitarie, volte a consentire l’avanzamento sostanziale dei diritti delle persone LGBTQIA+, nel rispetto e nell’applicazione dell’art. 3 della nostra Costituzione. I parlamentari di Camera e Senato aderenti hanno espresso soddisfazione per la creazione di questo strumento, sottolineando però l’assenza, per il momento, di esponenti dei partiti di maggioranza. La lotta alle discriminazioni e il superamento dei limiti giuridici che ancora gravano sulle persone LGBTI nel nostro Paese riguarda la politica in quanto tale, tanto più se ha responsabilità di governo. Per questo l’intergruppo auspica che presto possano aggiungersi anche colleghe e colleghi di maggioranza. Quella per i diritti civili è infatti una battaglia che deve andare oltre gli steccati politici e ideologici, ed è un dovere morale lavorare in maniera unitaria

Uno degli obiettivi posti dal gruppo, hanno riferito fonti del Pd, è riprendere l’iter di discussione relativo all’approvazione del famoso Decreto Zan. Naufragato nella scorsa Legislatura, difficile possano concretizzarsi passi in avanti ora che c’è una netta maggioranza di centrodestra.