Si è tenuto oggi, nell’Aula magna del Rettorato dell’università La Sapienza, l’evento Cinema, musica e cultura della sicurezza stradale: studiare e stare bene in modo responsabile promosso in collaborazione tra l’ateneo romano ed il Corriere della Sera. A suggello della collaborazione c’è l’elargizione di una borsa di studio in memoria di Francesco Valdiserri.

Circa due ore di incontri con Gabriele SalvatoresPaolo GiordanoNiccolò FalsettiAndrea Minuz e Annamaria Giannini conclusi con l’esibizione degli Origami Smiles. È stata l’occasione per ricordare, a un mese dalla scomparsa di Francesco Valdiserri, tutte le giovani vite spezzate a causa di incidenti provocati da una guida irresponsabile e per sensibilizzare tutti sul tema della sicurezza stradale. La commissione didattica di Ateneo, a riprova dell’importanza attribuita all’appuntamento, ha stabilito di attribuire 0,2 CFU per la partecipazione all’evento di studenti e studentesse

Chi era Francesco Valdiserri

Aveva 18 anni. Età giovane ma già ben definita nella forma mentis e nelle scelte di vita come la dedizione alle forme di arte. La musica in primis, poiché era il frontman di una rockband. Si era da poco iscritto all’università, facoltà di lettere. Quella facoltà e quella università che si è mossa in suo onore con l’evento tenutosi oggi. A togliergli la vita è stata una Suzuki Swift, guidata da una ragazza poco più che ventenne, che viaggiava a oltre il doppio della velocità consentita sulla via Cristoforo Colombo di Roma.

L’evento

Un evento dal forte impatto emotivo, moderato dalla giornalista Alessandra Sardoni, che ha mescolato gli attimi divulgativi a quelli emozionali. Un’alternanza innescata dall’avvicendamento delle personalità che hanno preso parola sul palco. La fotografia di partenza è data dalla giornalista Anna Fragonara: nei primi sei mesi di quest’anno si sono verificati un morto per incidenti stradali ogni tre ore. Ci saranno, secondo le stime di prospettiva, più vittime che nel 2019. Ultimo anno realmente comparabile per via del diffondersi della pandemia da Covid 19. Chiaro che, tra le ragioni, ci sono quelle di comportamenti malsani che innescano una serie di reazioni spesso sfocianti nel dramma: l’alcol, le droghe o – piaga di questa generazione – l’utilizzo del cellulare mentre si guida.

Bisogna andare più piano. Lo dice il regista Gabriele Salvatores. Ma non si riferisce solo allo stile di guida: “Si va troppo di fretta” – dice – cercando di esaltare “l’elogio della lentezza” che la vita d’oggigiorno, con le tecnologie ed i mezzi che offre, ci ha tolto. Si va di fretta e si ha tutto e subito. E ci si sente più forti di quel che si è tanto che, spavaldi, ci permettiamo il lusso di “guidare bendati” come ha metaforicamente detto la docente Anna Maria Giannini.

Nulla potrà riportare tra noi Francesco Valdiserri. Ma possiamo parlare di lui e ricordarlo, come hanno fatto i suoi amici e le sue amiche. E, ancora più importante, possiamo prendere spunto da questa vicenda per migliorare e migliorarci. È forse questo l’unico brandello di bellezza a cui aggrapparci: trasformare il dramma in una battaglia. La battaglia per una corretta educazione stradale.