Un recente studio ha dimostrato che mangiare la pasta darebbe un effetto benefico all’organismo e di conseguenza fa venire il buonumore.

Lo studio è stato condotto “Behavior & Brain Lab” della Libera Università di Lingue e Comunicazione Iulm, ed è stato effettuato in collaborazione con l’Unione Italiana Food.

La ricerca scientifica infatti si è per la prima volta focalizzata sull’effetto psicologico indotto dal consumo di pasta e soprattutto come questo condizioni il nostro umore e in generale tutta la sfera emotiva.

L’obiettivo dello studio è stato appunto tracciare a livello cerebrale quali siano le reazioni al momento di mangiare un piatto di pasta.

Non è però il primo studio legato agli effetti psicologici indotti dalla consumazione di un prodotto alimentare. Già in passato infatti sono stati svariati gli studi in campo nutrizionale che hanno mostrato come l’apporto di triptofano stimoli le endorfine e di conseguenza generi buonumore.

L’analisi recente però aggiunge un elemento ancor più importante: per la prima volta infatti è stata quantificata scientificamente la correlazione tra sfera emozionale e processo neurofisiologico.

I risultati sarebbero sorprendenti: mangiare un piatto di pasta determinerebbe un’esplosione di felicità paragonabile o addirittura superiore all’assistere ad esempio all’esibizione dal vivo del proprio cantante preferito o all’esultare per un gol della propria squadra del cuore.

Riccardo Felicetti, presidente dei pastai italiani, ha sottolineato i risultati dello studio con una già nota convinzione patriottica: “La pastasciutta è il cibo con il miglior rapporto felicità-prezzo, un valore importante soprattutto oggi.”

Mangiare la pasta fa venire il buonumore: i risultati della ricerca

Le metodologie utilizzate nella ricerca sono molto simili alle tecniche del brain tracking impiegate per l’analisi alla macchina della verità. Le risposte cerebrali infatti sono desunte dalle microespressioni facciali, dalla variazione del battito e dall’eventuale aumento di sudorazione.

Lo studio ha coinvolto un campione di 40 persone, equamente suddivise per genere e dell’età compresa tra 25 e 55 anni. Nessun soggetto della ricerca era soggetto ad intolleranze alimentari o allergie.

I risultati hanno quindi specificato la tipologia di reazione emotiva ed il livello raggiunto nel momento dell’assaggio di un piatto di pasta. Per quantificare l’entità di felicità raggiunta, il risultato è stato paragonato con quanto mostrato in altre attività ricreative, ad esempio ascoltare musica o guardare una gara sportiva.

Lo studio ha dimostrato che i soggetti coinvolti hanno sviluppato un grado di benessere pari o in alcuni casi superiore ai livelli registrati dalle attività di paragone.  

I quattro parametri esaminati nell’esperimento mostrano inoltre che l’esperienza emotiva vissuta nel mangiare pasta è simile al sentimento caloroso indotto dal ricordare episodi felici del passato, in special modo quelli riguardanti la famiglia.

Vincenzo Russo, professore di Psicologia dei consumi e neuromarketing dell’Università Iulm, fondatore e coordinatore del Centro di Ricerca di Neuromarketing Behavior & Brain Lab Iulm, ha spiegato che “attraverso questo studio la scienza si è messa al servizio delle emozioni per certificare che pasta e felicità sono una cosa sola.”

Lo stesso professore ha continuato il suo intervento sottolineando che mangiare un piatto di pasta riesce a sprigionare emozioni fortissime, tale che i suoi effetti tendono a perdurare ben oltre la consumazione del pasto.

“I risultati dicono che sono proprio i momenti in cui mangiamo la pasta quelli che ci attivano maggiormente a livello emotivo. È, quindi, l’atto vero e proprio di assaggiare e gustare il piatto nel suo pieno sapore, a stimolare le memorie e le emozioni più positive. Questa attivazione cognitiva ed emotiva determinata dall’assaggio della pasta è così forte, piacevole e coinvolgente da persistere anche nei momenti successivi all’aver mangiato”.

L’indagine ha inoltre evidenziato come, nei soggetti sottoposti a test, il consumo di pasta sia strettamente collegato a livello psicologico ad una condizione di felicità spesso legato anche a momenti di condivisione in famiglia o tra amici.

La maggior parte del campione ha poi indicato come la pasta sia subito associabile al concetto identitario e patriottico. Non è un caso quindi che l’Italia sia il maggior consumatore di pasta al mondo. Come dimostrato dai dati diffusi da Unione Italiana Food, il 99% degli italiani infatti mangia regolarmente pasta, con una stima pro capite di 23 kg annui.