Novità in arrivo per il decreto rave party: il reato viene limitato a “chiunque organizza e promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento” quando “dall’invasione deriva un concreto pericolo” per la salute o l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene. Si specifica così il tipo di occupazione, escludendo quelle degli studenti o le altre manifestazioni pubbliche.
Con quest’emendamento al decreto-legge anti-rave, il Governo perfeziona la norma, rendendo più efficace il contrasto delle condotte illecite che si vuole perseguire.
Ha dichiarato il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Decreto rave party, confermata la pena di reclusione
Con l’emendamento dell’esecutivo rimane la pena massima di 6 anni per chi organizza o promuove l’occupazione di terreni o edifici per lo svolgimento dei rave. Resta possibile attivare le intercettazioni telefoniche nelle indagini sui presunti organizzatori e promotori dell’evento. Oltre alla reclusione da 3 a 6 anni, è prevista anche una multa da mille a 10mila euro ed è “sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché delle cose che ne sono il prodotto o il profitto”.
Cosa prevede il nuovo emendamento?
Il nuovo reato 633 bis si riferisce situazioni precise. Esso viene collegato alla violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene negli eventi e a quelle sulle sostanze stupefacenti. L’ipotesi di maggiore rigore viene circoscritta agli organizzatori e promotori dei rave party; i partecipanti saranno, invece, sempre punibili ma solo in base all’articolo 633 del codice penale, che riguarda l‘invasione di terreni o edifici. Il nuovo testo riformula anche la norma che già prevedeva la confisca obbligatoria, estendendo il provvedimento anche ai profitti dei rave party, per fungere da ulteriore deterrente.
Ora l’emendamento passerà al vaglio delle Camere.