Goldman Sachs lascia Londra per Milano. Gli effetti della Brexit continuano a creare scompiglio in Europa e nella finanza del Vecchio Continente. La banca d’affari statunitense, infatti, ha deciso di spostare parte del suo desk di trading da Londra al capoluogo lombardo. Secondo Bloomberg, famosa rete americana di economia e finanza, il personale del gigante di Wall Street si trasferirà probabilmente all’inizio del prossimo anno e verranno assunte anche persone a livello locale destinate ad aggiungersi alle 80 già presenti in via Santa Margherita. Un potenziale lavorativo importante e in costante crescita, alimentato da congiunture economiche e dinamiche politiche-sociali sempre in evoluzione. Il

Il motivo del trasferimento della Goldman Sachs da Londra a Milano

A influire sulla decisione di spostarsi da Londra a Milano oltre agli effetti della Brexit, ci sarebbe e un trattamento fiscale più favorevole. L’Italia, infatti, consente ai nuovi residenti di pagare un’aliquota forfettaria di 100mila euro sui profitti realizzati all’estero o di non pagare tasse fino al 70% del reddito. Non solo: il capoluogo lombardo sta diventando un polo di attrazione grazie alle infrastrutture, la sanità privata efficiente, le università e le scuole straniere come quelle francesi, tedesche, inglesi, americane (anche se, in vero, c’è da dire che più del 40% dei nuclei famigliari sono costituiti da una sola unità). Milano, infatti, è da anni una città che fa tendenza in molti settori dall’economia, all’industria, all’arte, allo spettacolo. Con una visione più europea e maggiormente protesa verso il mondo globalizzato. Da tempo il capoluogo ambrosiano è in Italia l’area urbana più grande senza lavoro manifatturiero. La metropoli, infatti, si è completamente svuotata delle sue fabbriche e stabilimenti, che sono stati sostituiti da luoghi dove la ricchezza viene prodotta virtualmente. Anche Euronext, società che gestisce le borse di Parigi, Amsterdam, Milano, Lisbona e Bruxelles, ha aperto lo scorso giugno un data center a Bergamo, a circa mezzora di macchina dal capoluogo lombardo, spostandolo da una zona in prossimità di Londra.

Altre banche puntano su Milano

Goldman Sachs, che in Italia è presente da oltre 20 anni e da sempre, come loro stessi riportano sul sito, lo considera uno dei mercati chiave in Europa, non è l’unica a lasciare Londra per traslocare a Milano. Anche Jp Morgan, presente da oltre cento anni in Italia, sta favorendo il trasferimento dei suoi banker da Oltremanica ai nuovi spazi di via Cordusio. Stesso destino per Citigroup: la banca d’investimento newyorkese ha aumentato il personale in Italia dal 2018 a causa del referendum anti Ue arrivando a contare circa 230 persone. Nomura invece ha dichiarato di voler crescere in modo selettivo nel capoluogo lombardo e ha recentemente assunto Elena Agosti, veterana di Goldman e Jp Morgan per supervisionare un desk tutto al femminile.

Le prospettive future

Nonostante la diaspora il 78% dei trader europei opera ancora da Londra rispetto all’85% di cinque anni fa. Parigi, che segue al secondo posto, si deve accontentare del 14%. Ma gli effetti della Brexit, secondo gli esperti, produrranno strascichi nel medio-lungo periodo, consentendo al capoluogo lombardo di accrescere la sua influenza sul mercato finanziario europeo. Mantenere una sede per l’Europa a Londra (ossia, oggi, fuori dall’Europa) non sarebbe infatti una cosa sensata. A maggio, infatti, anche la Banca Centrale Europea ha dichiarato che gli istituti di credito che hanno delle unità nell’area dell’euro sono ancora troppo dipendenti dalle operazioni svolte al di fuori dell’Europa. Per le società internazionali che necessitano una sede per europea il trasferimento fuori dall’Inghilterra è stato quasi un passo obbligato. Francoforte e Parigi indubbiamente sono state le prime “mete” scelte, tuttavia Milano sta crescendo, attraendo sempre più società di alto spessore. E questa è una notizia, considerando che da sempre l’Italia viene percepita come un groviglio di burocrazia, tasse e inefficienza, ma, evidentemente, le cose stanno cambiando.