La Galleria degli orrori: il serial killer. Cominciamo oggi un nuovo approfondimento firmato Tag24.it e dedicato alla storia del crimine e della criminologia: “La Galleria degli orrori”. In questo spazio vi racconteremo gli aspetti più reconditi della criminologia, e le storie dei principali serial killer che hanno fatto la storia del crimine. Il primo appuntamento è proprio con i tratti distintivi del serial killer.
La Galleria degli orrori: il serial killer
Un serial killer, letteralmente assassino seriale, è un omicida che uccide con una certa regolarità nel tempo persone a lui totalmente estranee. La natura compulsiva dell’azione, in genere del tutto priva di movente, è a volte legata a traumi che hanno riguardato la sua sfera emotiva e sessuale e le conseguenti patologie mentali riportate da alcuni shock. Ecco, proprio questo distingue i serial killer da altri tipi di assassini plurimi come ad esempio terroristi e sicari.
L’origine dell’espressione serial killer
Fu usata per la prima volta negli anni 70, un decennio di sangue, soprattutto negli Stati Uniti. In quel periodo infatti finirono al centro delle cronache i casi famosi di Ted Bundy e David Berkowitz. Ma già con Zodiac sul finire degli anni 60 si cominciò a parlare di serial killer. Tecnicamente, a livello criminologico, viene considerato serial killer chi compie tre o più omicidi distribuiti in un arco relativamente lungo di tempo; intervallati da periodi di pausa durante i quali l’assassino conduce una vita sostanzialmente normale.
La psicologia del serial killer
E’ spesso caratterizzata da una sensazione d’inadeguatezza e da un basso livello di autostima, come detto, spesso frutto di traumi infantili tipo umiliazioni e abusi sessuali. Ma esistono anche casi di assassini seriali prodotti da una condizione socio-economica particolarmente deprimente. In questi casi il crimine rappresenta per loro una fonte di compensazione, dalla quale trarre una sensazione di potenza, di riscatto sociale.
Le caratteristiche del serial killer
Gli assassini seriali sono incapaci di provare empatia con la sofferenza delle loro vittime; si tratta di persone psicopatiche o sociopatiche. Tutto questo, se associato al sadismo e al desiderio di potere, può spingere il serial killer a torturare le sue vittime, oppure portarlo a usare tecniche che prevedono per la povera vittima un supplizio prolungato nel tempo.
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