Sparisce l’emendamento al decreto sulla Nato in discussione nell’Aula del Senato ma l’obiettivo del governo resta, in rispetto dei temi previsti, quello di prorogare per il 2023 l’invio delle armi a Kiev. L’idea è quella di un decreto ad hoc per testare la compattezza dell’arco istutuzionale sul tema: se c’è una disponibilità dell’opposizione – ha detto il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani – nessuna intenzione di forzare la mano. Si spiega dunque così il cambio di strategia che ha portato alla decisione di optare per lo strumento del decreto. A patto che venga garantita la conversione del provvedimento entro il 31 dicembre.

Il Ministro Crosetto sarebbe intenzionato a portare l’emendamento nel Consiglio dei Ministri di giovedì. Poi in Parlamento dove avverrà la discussione. Il governo si aspetta un’ampia convergenza su un tema – riferiscono – su cui non c’è mai stata esitazione: “Il governo Meloni non si è mai nascosto sull’invio di invio armi” ha detto Crosetto dando ampia disponibilità a riferire alle camere.

La Camera dei Deputati, intanto, è convocata per domani per la ripresa dei lavori odierni nell’ambito dei quali si sono tenute le seguenti discussioni generali: mozioni su conflitto Russia-Ucraina, mozioni sull’introduzione del salario minimo, mozione sulla ratifica della riforma del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità e proposta di modifica al Regolamento relativa ad adeguamenti conseguenti alla riduzione del numero dei deputati. Spicca proprio la mozione sul conflitto Russia-Ucraina la cui discussione ha fatto emergere ciò che già si sospettava: la diversità di linea politica, rispetto alla magna pars degli altri gruppi parlamentari, del Movimento 5 Stelle.

Decreto Ucraina, Conte dice no all’invio di armi

La posizione di Giuseppe Conte è ormai chiara: no all’invio di armi in Ucraina. Una scelta politica – dicono dal Movimento – colpevole di fomentare il protrarsi del conflitto. L’ex Presidente del Consiglio è pronto a muoversi contro il governo cercando di rallentare i lavori e portare la discussione fino a fine dicembre quando quando cadrebbe la copertura giuridica con la quale lo Stato italiano sta dando seguito agli impegni internazionali presi in sede Ue e Nato con l’Ucraina. Il Ministro della Difesa Crosetto batte i pugni e, riporta l’AGI, fa sapere di aspettarsi che i gruppi parlamentari di opposizione rispetteranno l’impegno che oggi ci ha portati, per dimostrare la volontà di dialogo e di rispetto del governo verso il Parlamento, al ritiro dell’emendamento in questione.

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Occhi anche sul Partito Democratico che all’Europarlamento ha votato contrariamente ad una mozione anti Putin ed ha, in questo modo, scoperchiato il vaso di Pandora relativo alla diversità di visione, sul tema degli aiuti all’Ucraina, dentro i dem. Da Letta e dai vertici, però, non sembrano filtrare altre linee se non quella dell’aiuto continuo e convinto all’Ucraina.