A Favara, in provincia di Agrigento, un imprenditore è stata intimidito con tre colpi di pistola. Gli obiettivi sono stati la macchina e il magazzino dell’uomo, con i proiettili, di una calibro 7,65, che ha rotto il finestrino dell’autovettura e danneggiato la saracinesca dello stabile. I colpi esplosi sono stati esplosi in una strada poco distante dal centro di Favara.

Favara, imprenditore intimidito

A rivolgersi ai carabinieri, riferendo quanto suo malgrado aveva scoperto, è stato lo stesso imprenditore. Poco prima aveva infatti ritrovato un foro, provocato da un’arma da sparo, sullo sportello anteriore destro della propria Jeep Compass. Subito è scattato il sopralluogo dei militari dell’Arma della tenenza di Favara che sono coordinati dal comando compagnia di Agrigento. Ed è proprio durante questa verifica che i carabinieri hanno rinvenuto, per strada, nelle adiacenze del veicolo, tre bossoli di una calibro 7,65. Bossoli che sono stati naturalmente sequestrati e che dovranno, adesso, essere esaminati dagli specialisti dell’Arma.

All’interno dell’abitacolo della Jeep è stata, poi, ritrovata un’ogiva deformata e un ulteriore foro è stato scoperto, sempre dai carabinieri della tenenza cittadina appunto, sul telaio della saracinesca di ferro dello stabile di proprietà dell’imprenditore edile. I carabinieri hanno subito avvisato il sostituto procuratore di turno che ha aperto un fascicolo d’inchiesta a carico di ignoti. Immediatamente è stato dato il via all’attività investigativa. Nella zona dove è stata realizzata l’intimidazione, a quanto pare, non vi sarebbero telecamere di videosorveglianza, né pubbliche, né private. Gli impianti, di cui però Favara è veramente priva, così come è emerso anche in altri fatti di cronaca, avrebbero naturalmente potuto dare il giusto input, velocizzando anche l’inchiesta.

Sula vicenda è intervenuto anche il sindaco di Favara, Antonio Palumbo: “Non è pensabile e accettabile che a Favara possano continuare a tuonare le pistole. Basta. Non intendo entrare nel merito delle ultime vicende, rispetto alle quali faranno spero presto chiarezza gli inquirenti, ma da primo cittadino tornerò a chiedere con forza una maggiore presenza dello Stato nella nostra città. C’è ancora troppa gente convinta che la violenza sia una lingua accettabile, e noi siamo qui a dire a tutti loro che non c’è più spazio a Favara per gente così. Favara non vi vuole, Favara non può più permettersi di rimanere ancorata ad un’arretratezza culturale che genera a sua volta miseria, degrado, distruzione. Non posso quindi che invitare i cittadini alla collaborazione con le forze dell’ordine, in questo caso e in altri: denunciare chi commette reati non è un atto di cui vergognarsi, è anzi un dovere che abbiamo innanzitutto con i nostri figli, perché possano avere, qui nella città in cui sono nati, un futuro diverso”.