“Nessuno in Italia dovrebbe lavorare per meno di 10 euro l’ora. Anzi, l’attuale inflazione ci suggerisce che a gennaio dovrebbero essere 11. Eppure, un lavoratore italiano guadagna in media in un anno ben 15 mila euro in meno di un omologo tedesco. Lavoriamo meno? No: 1.730 ore annue in media contro le 1.363 della Germania. I working poor in Italia sono 2,9 milioni, in sostanza nel nostro Paese il lavoro non è più un’assicurazione contro il rischio povertà” Lo afferma nell’Aula di Montecitorio il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, primo firmatario di una mozione per l’introduzione di un salario minimo legale pari a 10 euro all’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali, da rivalutare annualmente sulla base della variazione dell’indice dei prezzi.
Salario minimo, nel lavoro povero irregolari e precari
“Nella sfera del lavoro povero – prosegue il parlamentare – si possono inquadrare praticamente quasi tutti i lavoratori precari, il lavoro irregolare, una parte dei lavoratori dei settori agricoli e del lavoro domestico. Per questo diciamo salario minimo legale, ma anche interventi per porre un freno alla precarietà, alla discontinuità lavorativa, al proliferare di tipologie contrattuali che spostano il rischio d’impresa interamente sul lavoratore, alla crescita esponenziale dei part-time involontari, alla disparità salariale di genere e geografica” “Tutto è interconnesso. Tutto riguarda la dignità di chi lavora. Una dignità troppo a lungo calpestata, – conclude Grimaldi – proprio nella Repubblica democratica che sul lavoro si è fondata. La manovra dovrebbe avere questo tema al centro, non la punizione dei percettori di reddito di cittadinanza”