Palermo manifestazione reddito di cittadinanza. Sono circa duecento le persone che questa mattina stanno prendendo parte al corteo organizzato nella città siciliana per difendere il sussidio sociale introdotto dal Governo Conte II e che l’attuale esecutivo intende modificare sensibilmente, fino alla sua completa sostituzione nel 2024. La nuova premier ha ribadito anche questa mattina di essere infatti contraria alla misura, sottolineando che a suo avviso “il reddito non è stato utile a contrastare strutturalmente la povertà e non ha funzionato come strumento di inserimento nel mercato del lavoro”. E ha aggiunto: “Noi distinguiamo tra chi non può lavorare e va assistito e chi invece può lavorare e va accompagnato verso un’occupazione. Usiamo per questo diversi strumenti, dalla decontribuzione totale per chi assume percettori di reddito di cittadinanza, fino al pieno utilizzo dei miliardi di euro del Fondo sociale europeo destinati alla formazione”. Ma non tutti sono d’accordo e, in cambio dello stop al sussidio, i manifestanti palermitani chiedono almeno che sia garantito loro un lavoro immediato.

Palermo manifestazione reddito di cittadinanza: “Nessuno stop al sussidio senza lavoro”

“O lavoro immediato o il reddito non si tocca”, recita lo striscione d’apertura del corteo che questa mattina ha riunito per le vie di Palermo circa duecento persone per protestare contro lo stop al sussidio imposto dal Governo Meloni. “Il Sud è stato abbandonato – ha dichiarato Toni Guarino, uno degli organizzatori della manifestazione -. Qui in Sicilia non ci sono fabbriche. Cosa dovremmo fare con questi padri di famiglia, li mandiamo al Nord? Non si mangia buttando formazione nella pentola”. Solo a Palermo i percettori di reddito di cittadinanza sono 60mila, quasi 230mila in tutta la Sicilia.

La protesta, già annunciata il 23 novembre scorso, ha assunto quindi toni regionalisti e le uniche bandiere che sventolano sono quelle siciliane, mentre quelle di parte e di partito sono state bandite. Qualche politico, però, si vede lo stesso, soprattutto i grillini. La richiesta dei manifestanti è che venga data una garanzia lavorativa a coloro che tra poco perderanno il sussidio o che, in alternativa, il reddito venga mantenuto in attesa di una collocazione professionale dei percettori. “Chiederemo alla Regione – ha spiegato Guerino – di avere lavori immediati, tramite cooperative sociali che possano dare servizi a Palermo, oppure di salvaguardare e integrare il reddito”.

In Sicilia crescono povertà e precariato: i risultati del rapporto dello Svimez

Del resto, che la Sicilia vada verso la recessione non è una novità. È il rapporto 2022 dello Svimez, l’Istituto per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, presentato ieri alla Camera, a metterlo in luce, parlando di un progressivo aumento della povertà e del precariato per l’isola, anche rispetto alle altre Regioni del Sud. Secondo il report, la crescita dell’isola dopo la crisi pandemica sarebbe già alle sue battute finali: il Pil regionale è passato dal +4,9% del 2021 al +2,4% del 2022, mentre per il 2023 si prevede un calo dello 0,4. Ma a crescere meno rispetto alle altre Regioni è stato anche il valore aggiunto e il lavoro “si è fatto più precario per periodi più lunghi”. Tutto questo in un quadro già complicato per il meridione, nettamente in svantaggio rispetto al Nord Italia; divario che, sempre secondo Svimez, neanche i fondi del Pnrr riusciranno a colmare, vista la minore capacità delle pubbliche amministrazioni del Sud a predisporre progetti validi e a realizzare le opere nei tempi previsti. Tra i risultati elaborati, ci sono anche quelli relativi al reddito di cittadinanza, dai quali emerge che il dato sulle stime dei nuovi poveri al Sud e in Sicilia si contrappone quasi perfettamente con quelli percettori del sussidio e solo in parte interessa i cosiddetti “occupabili”. Per Svimez, senza il reddito nel Mezzogiorno ci sarebbero stati 750mila poveri in più, poco meno dei 764mila che adesso sono considerati a rischio povertà assoluta.