Michele Placido nuovo film dopo “L’ombra del Caravaggio“? The show must go on, ce lo ha insegnato Freddie Mercury ed è una verità inossidabile. E così l’artista pugliese fa parlare di sé come volto principale di “Orlando”, diretto da Daniele Vicari e in compagnia di un ragazzina portentosa, Angelika Kazankova. L’opera è da poco passata con successo al Torino Film Festival mentre in sala arriverà il 1 dicembre e sarà dedicata a Ettore Scola, uno dei pochi maestri della commedia all’italiana che abbia voluto e saputo trattare con umanità e scrupolo anche i percorsi più complessi dei nostri emigrati e dei nostri lavoratori.
Michele Placido nuovo film, la trama
Di cosa parla “Orlando”? Il titolo è il nome del personaggio di Michele Placido che interpreta un vecchio contadino ignorante che ha fatto fino alla quinta elementare (lo dice come Totò Riina al processo, la quinta!), vive in un paesino nella provincia di Rieti e sembra veramente una figura di un altro secolo e di un’altra Italia. Quando viene avvisato che il figlio Valerio, emigrato in Belgio, che non sente e non vede da vent’anni, è chiuso in ospedale, malato grave, a Bruxelles, prende coraggio e decide di muoversi e andare a vedere come stanno davvero le cose. Inizia, quindi, un iter della speranza che tanti connazionali hanno fatto negli anni. Poi avviene l’incontro che il critico Max Giusti spiega così su Dagospia:
“A Bruxelles conosce la nipote, una ragazza di 11 anni, Angelika Kazankova, e scopre che il figlio è morto. Non esiste una madre alla quale affidare la ragazza e non ci sono parenti. Toccherà a lui occuparsi della ragazza. Solo che Orlando non è tanto abituato alla compagnia di persone di città, figurarsi una ragazza belga di quel tipo.”
Il nuovo film di Michele Placido entra nel vivo solo quando questo simbolo dell’Italia profonda e dimenticata prende colore con una nuova famiglia della quale non sospettava nemmeno l’esistenza. L’idea è quella di tornare a casa ma sarà tutto da vedere.
La critica
Sempre secondo Giusti, “Orlando” con Michele Placido:
“Il film è ben girato, sentito, con un Placido molto attento ai minimi particolari del suo Orlando, come fuma, come si muove, come guarda gli stranieri, come parla con le autorità, come dorme, il film è uno studio di gran classe su un’Italia che ci appare lontana solo perché non è trattata né dalla nostra fiction né dal nostro cinema. Ma Placido, Vicari, il suo co-sceneggiatore Andrea Cedrola e il suo direttore della fotografia, Gherardo Gossi, fanno un gran lavoro per illuminarla e descriverla al meglio. Il film è frutto di un’attenzione quasi d’altri tempi per il rude contadino che tutti noi, più vecchi, abbiamo conosciuto e pensavamo di averci lasciato alle spalle senza pietà.”
L’ultima opera da regista di Placido non è stata accolta molto bene dal pubblico ma questo “orlando” sembra avere un impatto diverso.