“A Ischia già all’inizio degli anni 2000 fecero, in una di queste cave, dei lavori così imponenti per convogliare l’acqua, per poter guidare l’acqua in modo che non andasse velocemente verso il basso. Però questi lavori devono essere sempre curati, deve esserci sempre la manutenzione. Non facendo questo prima o poi non servono più a niente. La messa in sicurezza è una cosa, la manutenzione un’altra. Se vengono stanziati dei soldi la metà deve essere per la messa in sicurezza, l’altra metà per la manutenzione”, così il geologo ischitano, Aniello Di Iorio, intervenuto a “L’imprenditore e gli altri” su Cusano Italia Tv.
Frana a Ischia: 8 vittime accertate
La situazione che sta dietro la frana a Ischia è complessa e, purtroppo, assomiglia a tante altre situazioni di eventi climatici estremi che distruggono territori e uccidono persone.
“Il clima è cambiato e cambierà sempre, spiega Di Iorio. Il clima che abbiamo oggi non c’è mai stato in passato e non ci sarà neanche in futuro. In ogni caso dobbiamo adeguarci e per poter contenere questo cambiamento climatico bisogna fare dei passi veramente radicali. Non si può sempre affidare un appalto al conoscente, all’amico, al vicino. Bisogna dare gli appalti alle persone competenti. A Ischia, ad esempio, ci sono dei terreni molto morbidi quindi mettendo delle reti per proteggere le pareti non serve a niente. C’è la possibilità di fare degli ancoraggi, dei muri e altre cose. Ma devono essere fatte per bene con competenze specialistiche.
Il materiale che viene portato giù dalla montagna segue dei viali che gli vengono indicati. Se c’è una strada si incanala sulla strada. Se non c’è la strada cercherà un altro modo di arrivare al mare. Se noi costruiamo delle strade non facciamo altro che agevolare la frana nell’arrivare al mare. Dal posto di distaccamento fino alla prima casa di saranno 300 metri di altezza. Il fatto è che lì c’è uno strato di argilla altamente scivoloso che è come se fosse uno specchio su cui si trova questo materiale di sfaldamento. Terriccio completamente saturo di acqua. Quindi scivola sulle argille e arriva a valle. La parte nord dell’isola di Ischia è più soggetta perché è più scoscesa. C’è anche più pioggia e temperature più basse.
La tragedia e le polemiche
Dai primi minuti successivi alla tragedia di Ischia è iniziata la caccia ai responsabili e il dibattito sul piano regolatore dell’isola.
“Non ci sono mai stati piani regolatori in passato. I piani regolatori non sono mai stati fatti da nessun comune, sono sei i comuni sull’isola. Quindi le persone hanno dovuto adeguarsi all’aumento della popolazione e ognuno ha cercato il modo migliore per sistemarsi sull’isola. L’isola di Ischia è una delle poche isole del Mediterraneo che non ha una perdita della popolazione. Le altre invece spopolate perché i giovani se ne vanno. Qui invece restano e devono vivere da qualche parte. La persona che vuol fare una casa o eredita quel pezzo di terreno, o gli viene donato o regalato, e loro su quel terreno possono costruire. Se il geologo gli dice che lì non può costruirla che cambia? Un altro posto non ce l’hanno.
In fin dei conti un condono non è altro che mettere a norma di legge la casa. Però la casa nel momento in cui è stata condonata non significa che è diventata sismica o resistente alle frane. Nel momento in cui la casa viene condonata andrebbe messa a terre e fatta di nuovo, a norma di legge” ha aggiunto il geologo di Ischia Aniello Di Iorio.