Solo briciole in manovra. Due miliardi di briciole. Secondo gli addetti ai lavori, quanto previsto dalla legge di bilancio 2023, per il comparto sanità è davvero poco. A lanciare l’allarme, pronte a scendere in piazza a protestare, diverse organizzazioni sindacali dei medici, veterinari e dirigenti sanitari. E se è vero che 1,4 miliardi andranno a coprire il caro bollette la dote, l’esecutivo Meloni di fatto destina 600 milioni al comparto sanitario. A mitigare la situazione, altri due miliardi destinati dall’esecutivo Draghi, nell’ultima legge di bilancio, lo scorso anno.
Contro la manovra, in piazza il 15 dicembre
Le organizzazioni sindacali dei medici, veterinari e dirigenti sanitari manifestano a Roma giovedì 15 dicembre in piazza Santissimi Apostoli dalle ore 14.00, in difesa del servizio sanitario pubblico.
“Chiediamo che la legge di bilancio 2023 – scrivono i sindacati – destini risorse reali alla salute dei cittadini; aumenti le assunzioni di personale medico, veterinario e sanitario, per migliorare le condizioni di lavoro all’interno degli ospedali e dei presidi territoriali, superando i vincoli imposti dai tetti di spesa, per garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza in tempi accettabili; incrementi le retribuzioni del personale, oggi al terz’ultimo posto in Europa, anche attraverso politiche di defiscalizzazione già concesse alle partite IVA, al settore privato e ad altre categorie del pubblico impiego; renda accessibili a tutti i cittadini le prestazioni sanitarie appropriate contro l’allungamento delle liste d’attesa e i viaggi della speranza”. I camici bianchi manifesteranno contro “il definanziamento ulteriore della sanità pubblica previsto nei prossimi anni, che costringerà molti cittadini a doversi pagare le cure di tasca propria e ne spingerà tanti altri nel limbo già oggi molto affollato di coloro che non possono pagarsele”.
Manovra, per la sanità risorse “insufficienti”
Oggi, tuttavia, il piatto piange. E per il presidente della Fnomceo Filippo Anelli l’entità del provvedimento è addirittura “insufficiente”, con il numero 1 della federazione nazionale dei medici chirurghi ed odontoiatri che chiedeva questa cifra per aumentare gli stipendi nel comparto sanitario. Cui si aggiunge anche il contratto di lavoro per il triennio 2022-24, per il quale non è previsto – secondo le bozze circolanti – alcuno stanziamento.
Proteste anche dalle Regioni
Se gli addetti ai lavori sono critici, anche gli amministratori regionali non sono da meno. Sono diverse le voci preoccupate dal minimo stanziamento destinato dal governo alla sanità. Il presidente del Molise Donato Toma non usa mezzi termini, chiedendo di prestare “più attenzione” alle necessità del mondo della sanità.
La manovra non ricorda “gli eroi del covid“
Quanto contenuto nel nuovo documento di economia e finanza, ricordando gli applausi, i ringraziamenti e i plausi destinati negli ultimi tempi ai medici e agli infermieri, definiti eroi in trincea contro la pandemia invisibile, rischia di appesantire la situazione del nostro sistema sanitario nazionale e dei suoi lavoratori, sempre più attratti dal lasciare il servizio pubblico per andare a cercare maggiori fortune economiche tanto all’estero quanto nel settore privato, entrando nelle cooperative che forniscono al sistema sanitario nazionale, e con costi sensibilmente più alti, quei dipendenti che dallo stesso si erano allontanati, retribuendoli comunque molto di più rispetto ai colleghi. E in vista dell’inverno, l’allarme Coronavirus torna a farsi sentire.