Oltre a Giancarlo Giorgetti era presente anche Matteo Salvini all’evento “Lombardia 2030”, con il ministro delle Infrastrutture che è tornato a parlare della tragedia di Ischia dopo la gaffe di sabato scorso.
Questa volta ha usato un tono duro contestando apertamente le parole di Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Agricoltura, che si era scagliato contro i sindaci che favorivano l’abusivismo. Interrogato proprio su tali dichiarazioni, il vicepremier ha replicato che “c’è qualcuno che vorrebbe arrestare i sindaci, mentre io li vorrei proteggere. E vorrei liberare i sindaci, perché su loro gravano le maggiori responsabilità”.
Dopo Ischia, Salvini parla di nuovi ponti e di nucleare
Esaurito il dossier Ischia, l’evento Lombardia 2030 ha permesso a Salvini di parlare a tutto tondo dei progetti che lui intende sponsorizzare nel suo ruolo istituzionale.
Per esempio, dopo il Ponte sullo Stretto di Messina spunta un altro collegamento in agenda: quello del Ponte di Oschiri, in Sardegna. Secondo il ministro “esiste già il progetto realizzato e finanziato per abbatterlo e ricostruirlo ma è tutto fermo perché sotto il ponte scorre un rivo d’acqua in cui vivono delle trote”. Aggiungendo sconsolato che “in nessun Paese si sognano di bloccare un’opera infrastrutturale perché ci sono le trote”.
Poi una critica rivolta ai tempi del Pnrr, su cui “ultimare e rendicontare tutte le opere previste entro il 2026 è un puro esercizio di fantasia” dal momento che bisogna “rimodulare modi, tempi e costi”. Contrarietà anche al progetto della Commissione Ue su “Fit for 55“, il piano di decarbonizzazione del Vecchio Continente: qui Salvini chiede meno pensiero ideologico parlando di “suicidio collettivo” in merito al fatto che l’Europa rischia di dover sottomettersi alla Cina per l’importazione delle materie prime. Infine, la rivendicazione del Mose, il sistema di barriere di Venezia contro l’acqua alta, che ha evitato un disastro nei giorni corsi, e un invito a riflettere sull’inizio dei lavori per produrre energia nucleare (“Ci vogliono almeno 7 anni, vorremmo iniziare a produrre entro il 2030”).