Giornata calda sul fronte della Manovra 2023, su cui continuano a emergere nuovi dettagli in merito alle misure contenute al suo interno: a fare chiarezza sulla linea del governo è il ministro Giancarlo Giorgetti, il quale assicura che “le risorse saranno indirizzate laddove c’è maggior bisogno”.
Una conferma della centralità delle problematiche attuali, a cominciare dall’inflazione e dal caro bollette, che costringono l’Esecutivo a ridisegnare le priorità cercando di evitare che le disuguaglianze sociali crescano a dismisura.
Manovra 2023, Giorgetti sottolinea la creazione di una politica per le famiglie
Intervenuto a margine dell’evento “Lombardia 2030” il ministro dell’Economia spiega dunque che l’approccio del Governo nella composizione della Manovra 2023 “richiede la massima attenzione in quanto provvedimento importante, prudente, responsabile e coraggioso”.
Tra le novità contenute nella legge di bilancio, che costituisce la fetta principale dell’intera Manovra, compare in maniera nitida una sfilza di proposte che fanno parte di una “politica per la famiglia” che il ministro leghista indica come “novità”. Tra gli esempi citati da Giorgetti troviamo “la riduzione del cuneo fiscale, la riduzione dell’Iva su alcuni prodotti, l’aumento dell’assegno unico, agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato delle donne, la proroga per le agevolazioni sui mutui per gli under 36“.
Dal maxi pacchetto di aiuti per contrastare il caro energia alle nuove misure fiscali, dal potenziamento delle infrastrutture alla riforma della giustizia, dal nuovo sistema delle pensioni alla revisione della sanità. Ecco le principali macro aree che andranno a comporre la Manovra, la cui bozza conta già 156 articoli e 16 capitoli. Atteso oggi un primo passaggio in Parlamento, dopo che nei giorni scorsi le opposizioni e i sindacati avevano espresso un parere alquanto scettico.
Le principali misure, quali sono
Tanti gli argomenti di cui si sa già molto, altri che invece sono allo studio con le varie forze di maggioranza che premono per vedere accontentate le proprie richieste.
Opzione donna è la misura dedicata al pensionamento delle quote rosa e viene prorogata anche nel 2023: a fronte di un requisito minimo pari a 35 anni di contributi, dai 60 anni è possibile andare in pensione a meno che non si abbiano dei figli (fino a un massimo di 2). Per ogni figlio si detrae un anno, dunque è possibile “ritirarsi” a 58 anni. Tra la platea di beneficiari figurano “le lavoratrici che “assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità”; le lavoratrici “con una “invalidità civile, superiore o uguale al 74%” o “licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale”.
L’altro grande tema è relativo alla tassa sugli extraprofitti, ridefinito “contributo di solidarietà”: si applica a quelle imprese che “producono, importano o vendono energia elettrica e gas e producono, importano, distribuiscono o vendono prodotti petroliferi”. Il contributo è pari al 50% sul reddito 2022 che eccede per almeno il 10% la media dei redditi 2018-21; con il limite del 25% del patrimonio netto al primo gennaio 2022. La platea coinvolge 7mila aziende con un incasso complessivo di 2,5 miliardi di euro, come anticipato dall’ANSA, di 2,56 mld.
Il bonus per i dipendenti statali sarà prorogato nel 2023 a chi è in attesa del rinnovo del contratto e sarà pari all’1,5% dello stipendio per le 13 mensilità. In arrivo tagli su intercettazioni e carceri, abolita InvestItalia (la cabina di regia governativa sugli investimenti pubblici e privati). Previsti anche alcuni interventi di razionalizzazione relativi all’Agenzia delle Entrate.
Tra le novità assolute spicca la creazione di un nuovo “Fondo per il contrasto al consumo di suolo”, finanziato con 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e 50 milioni di euro all’anno nel biennio 2026-2027. Confermato l’innalzamento della soglia della flat tax da 65.000 euro a 85.000 euro, a partire dal periodo d’imposta 2023, sebbene debba ancora maturare la deroga da parte delle competenti autorità europee (Una direttiva Ue prevede già la possibilità di alzare il tetto a 85.000 euro ma solo a partire dal 2025). Infine, la riforma delle pensioni dovrebbe consentire un risparmio pari a 2,1 miliardi nel 2023 secondo la relazione tecnica.