Era già nell’aria, ma ormai il provvedimento è imminente: la soglia della flat tax in Italia passerà da 65mila euro a 85mila euro, a partire dal periodo d’imposta 2023. Sembra tutto pronto per il via libera ad una delle misure al centro della manovra di Bilancio del governo Meloni. Per l’incremento, tuttavia, è indispensabile il rilascio di una specifica deroga da parte delle competenti autorità europee, come si legge nella relazione illustrativa presente nell’ultima bozza della manovra.
Una richiesta di incremento della flat tax a 85mila euro è già stata presentata lo scorso 4 novembre, ed è dunque ancora al vaglio delle autorità europee. Esiste già una direttiva comunitaria che prevede di alzare il tetto alla cifra proposta, ma solo a partire dal 2025. L’Italia, dunque, aspetta ora un’autorizzazione per accelerare i tempi.
Flat tax a 85mila euro, ecco come funzionerà la manovra
Tra i cavalli di battaglia del centro-destra in campagna elettorale, la flat tax a 85mila euro innalzerà il tetto di ricavi e compensi entro cui si può beneficiare del regime forfettario al 15% per le partite Iva: attualmente, come accennato, questa soglia ammonta a 65mila euro. Destinatarie potenziali del provvedimento, secondo quanto stimato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, saranno circa 100mila persone.
L’esecutivo ha pronta una contromossa anche per chi “aggiusta” i propri conti tra un anno e l’altro, in modo da non oltrepassare mai la soglia prevista e rientrare nell’aliquota fiscale al 15%. Chi non sarà in regola con il Fisco potrebbe essere escluso dal regime forfettario al 15%: nel momento in cui verranno superati i 100mila euro di fatturato, a partire dal 2023, si dovrà immediatamente uscire dal regime agevolato. Se invece si supereranno gli 85mila euro, rimanendo però al di sotto dei 100mila, si resterà in regime forfettario ma solo per un periodo di tempo limitato, ossia fino all’anno successivo.
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