Maxi blitz questa mattina, dell’Arma dei Carabinieri a Napoli, dove si sta svolgendo una delle più vaste operazioni anti Camorra intraprese nel post pandemia.
Decine di arresti nel quartiere “Ponticelli”, nell’area est del capoluogo campano, dove da almeno due anni si combatte a colpi di sparatorie, stese e bombe la faida tra il clan De Micco – De Martino e quello De Luca – Bossa – Casella – Minichini. In questi ultimi anni sono state sette le vittime in tutto, tra cui anche un innocente.
Dalle prime ore i militari dei Nuclei investigativi dei Carabinieri di Napoli e di Torre Annunziata insieme alla collaborazione della Polizia della Questura di Napoli stanno dando esecuzione ad un’ordinanza restrittiva emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
La vasta operazione riguarda nello specifico 63 persone ritenute gravemente indiziate di associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione di armi a vario titolo legate al cartello camorristico denominato De Luca – Bossa – Casella – Minichini – Rinaldi – Reale attivo principalmente nella zona orientale del capoluogo.
Napoli blitz anti Camorra: atti intimidatori nei confronti di cittadini
Il provvedimento, fanno sapere i Carabinieri ha previsto la custodia cautelare in carcere per 57 persone, gli arresti domiciliari per due e per quattro il divieto di dimora nel comune di Napoli.
“L’ordinanza compendia gli esiti di una vasta attività di indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, avviata nell’Aprile del 2016 in seguito ad un sequestro di sostanza stupefacente e di alcuni manoscritti presso una delle abitazioni in cui veniva gestita l’attività illecita del gruppo criminale, indagine poi ampliata nel tempo raccogliendo importanti elementi probatori sull’associazione in questione”.
Un secondo segmento di attività, è stato avviato nel Settembre del 2020 a seguito di alcuni atti intimidatori nei confronti di cittadini del quartiere “Ponticelli”, ai quali venivano chieste somme di denaro in cambio del mantenimento o dell’ottenimento di alloggi popolari.
Tutto questo ha consentito di documentare l’attuale permanenza del clan e delle relative attività illecite. Il clan ricorreva a botte e violenze varie per costringere gli inquilini degli alloggi popolari ad andare via anche se indigenti o con figli in tenera età.
Le indagini, partite nel Giugno 2020 dalla Squadra Mobile di Napoli del Commissariato “Ponticelli” e del Nucleo Investigativo dei carabinieri che oggi si sono concretizzate con decine e decine di misure cautelari, sono iniziate proprio da un episodio di violenza nei confronti di chi non aveva la possibilità di pagare.
“Situazione insostenibile”
Solo lo scorso 10 Novembre un pluripregiudicato 48enne era stato ferito in un agguato, nei pressi di una scuola elementare, in piazza Aprea.
Lo scorso 24 Ottobre invece a morire sotto i colpi di arma da fuoco era stato il 22enne Alessio Bossis, nel parcheggio della galleria commerciale “In Piazza” nel vicino comune di Volla.
“Ormai, come detto de Stefano Marzatico, consigliere del Gruppo Maresca alla Sesta Municipalità Ponticelli – Barra – San Giovanni a Teduccio, viviamo una situazione insostenibile. Un anno è passato, senza aver avuto risposta da chi amministra la città, ma al consueto corteo dell’11 Novembre, anniversario della strage del Bar Sayonara, hanno partecipato in tanti prendendosi applausi che non meritano. Sarebbe il caso che ognuno di loro si dimettesse e chiedesse scusa al quartiere di Ponticelli”.
Il riferimento del consigliere era rivolto alla XII giornata in memoria delle vittime dell’11 Novembre 1989, anniversario della strage del Bar Sayonara, dove in una spedizione punitiva vennero ammazzate sei persone tra cui quattro innocenti, manifestazione organizzata dal presidio di Libera Ponticelli, Fondazione Pol.i.s., Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità.
Il primo ad essere ucciso fu Antonio Borrelli, pregiudicato di 27 anni. Il padre invece era il gestore del locale e secondo le indagini i colpi di pistola sarebbero stati riversati proprio contro il locale per cercare di colpire entrambi. Le altre vittime furono Mario Guarracino, 45 anni; Salvatore Benaglia di 53; Gaetano Di Nocera, 52 anni cassintegrato dello stabilimento siderurgico Italsider di Bagnoli; Gaetano De Cicco, 38 anni, dipendente del Comune di Napoli.