“Tanto buono, che se in un tinaccio di detto vino mi affogassi, mi parrebbe di fare una bellissima morte!”. Così, Ortensio Landi, decantava nel ‘500 le qualità di un vino ligure.

Oggi, per decantazione del vino, si intende solitamente altro. Vediamo cosa.

Decantazione vino

Cercando il significato della parola decantazione sulla Treccani troviamo: “Operazione con la quale da un liquido vengono separate particelle insolubili in sospensione.

Ma perché spesso è consigliato o addirittura fondamentale per un vino?

I motivi principale per cui un vino si decanta sono principalmente due:

  • quello di separare il liquido da eventuali sedimenti
  • far aprire il suo bouquet di profumi.

Separare il vino da eventuali sedimenti

Quante volte ci è capitato di vedere dei sedimenti finire all’interno del calice?!

Se il vino fosse completamente torbido potrebbero esserci dei difetti all’interno del vino anche se alcune tipologie di vino, soprattutto negli ultimi anni, tendono ad essere “torbidi” per scelta. Il produttore può decidere di non fare chiarifiche o filtrazioni perché, chiarificando, sicuramente rendo il vino più limpido ma rischio anche di eliminare alcune componenti impoverendolo di profumi e qualità che non vorrei perdere.

Se invece i sedimenti si trovano verso il fondo della bottiglia sono del tutto normali.

Se il vino è bianco e trovo dei cristalli vuol dire che il vino “ha preso freddo” questo fenomeno è causato dall’acido tartarico.

Se il vino è rosso capita spesso di incontrare dei sedimenti polverosi, soprattutto all’interno dei vini invecchiati. Alcuni componenti del vino, infatti, con il tempo si trasformano e trasformano anche il vino. I tannini per esempio (quei componenti che causano una sensazione di astringenza nella bocca), con il tempo diventano meno pungenti e combinandosi con altri elementi “polimerizzano” diventando insolubili e finendo quindi sul fondo della bottiglia.

Il fondo ricurvo serve, infatti, a provare a trattenere queste componenti una volta che si formano e la stessa forma della bottiglia bordelese (larga e con una netta curva verso il collo della bottiglia) serve ad evitare che i sedimenti finiscano all’interno del calice.

Figura 1: a sinistra la classica forma della bottiglia chiamata “Bordolese”. La curvatura della spalla serve ad aiutarci a non far finire nel calice eventuali sedimenti

Far aprire il bouquet dei profumi del vino

Un vino rosso strutturato, magari conservato in bottiglia da diversi anni, appena aperto risulta essere un po’ chiuso, potremmo definirlo semi-dormiente. Per fare un esempio pratico è come se ci svegliassero di colpo nel cuore della notte, all’inizio non capiremmo chi siamo, dove siamo né perché ci hanno svegliato, potremmo essere anche abbastanza irrequieti… Sperando che a nessuno di voi sia mai venuto in mente di dare un po’ di caffè al vino, il modo migliore per fargli esprimere tutto sé stesso è il contatto con l’aria. Pian piano il vino si sveglierà e si mostrerà in tutta la sua vigoria, per questo motivo ci capita spesso di trovare sulle etichette dei vini la dicitura: “si consiglia di aprire un’ora prima”. Ma si può velocizzare questo procedimento? Assolutamente sì.

Il decanter

Il decanter, per la sua forma, ci aiuta con entrambi gli obiettivi della decantazione. Per essere sicuri che tutti i sedimenti non finiscano nel calice, infatti, si può fare un travaso del vino nel decanter. Durante la fase di travaso, illuminando dall’esterno la bottiglia con l’ausilio di una candela (o una qualsiasi luce), dovremmo essere in grado di vedere il contenuto anche delle bottiglie più scure e capire se all’interno si sono formati dei sedimenti, lasciandoli così all’interno della bottiglia.

Qualora i sedimenti dovessero finire del decanter le possibilità che questi finiscano poi nel calice sono inferiori perché il decanter ha delle curve ancora più accentuate, che riescono bene a trattenere eventuali residui solidi e far passare solo il vino. Se i sedimenti ci stanno proprio antipatici possiamo fare un ulteriore travaso aiutandoci con un colino.

Figura 2: Un decanter e un calice: la base del decanter è più ampia del calice, questo ci permette di avere un’area di contatto tra il vino e l’aria maggiore, in questo modo il vino ossigenerà prima.

Il decanter ci aiuta anche nel far “risvegliare” il vino, aprendo il suo bouquet di profumi. Per questo motivo il decanter ha una base ampia: per avere quanta più possibile superfice di vino a contatto con l’aria e rendere questo processo più veloce, lo stesso motivo per cui i calici dei vini rossi sono solitamente più larghi dei calici dei vini bianchi.

Attenzione però, non bisogna sempre far decantare il vino e aprirlo tempo prima… soprattutto per i vini bianchi e i rossi giovani, ricordate infatti che l’aria a lungo andare danneggia irrimediabilmente il vino.

Giovanni Serio