Presa d’assalto e vandalizzata da un gruppo di femministe la sede dell’associazione “Pro Vita” di Roma.

A denunciare l’accaduto è stata l’attivista Maria Rachele Ruiu, che prende posizione e afferma che il suo movimento non intende fare alcun passo indietro.

Ad imbrattare le pareti della sede romana, sita in viale Manzoni, sarebbero state alcune femministe scese per strada durante la giornata contro la violenza sulle donne. Nel corso della protesta sarebbe avvenuto l’attacco nei confronti di Pro Vita & Famiglia, vista evidentemente come un “nemico” degli ideali affermati dalle manifestanti.

Sulla sede sono apparse scritte con vernice rossa e frasi inneggianti all’aborto libero.

“A poche ore dalla manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata dal collettivo “Non una di meno”, troviamo la nostra sede vandalizzata. Questo è quello che noi chiamiamo “fascio-femminismo”, spiega Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo della onlus e candidata in Parlamento con Fratelli d’Italia alle ultime elezioni del 25 Settembre.

Ruiu, fra l’altro, è stata già presa di mira dal movimento: una sua immagine, che la raffigura appesa a testa in giù, è stata infatti recentemente postata sui profili social del movimento “Non Una Di Meno“. Tutto a causa della sua lotta in favore delle donne e del diritto alla nascita.

Presa d’assalto la sede di “Pro Vita” a Roma: violento attacco da parte di collettivi femministi

Sono due mondi opposti che si scontrano. Una conciliazione appare impossibile, ha sottolineato la portavoce dell’associazione facendo riferimento a quanto successo.

“Questo è “fascio-femminismo” ovvero un femminismo che ha assorbito i germi della società violenta e intollerante che dice di voler contrastare ma da cui è stato totalmente contagiato che inneggia all’aborto libero e finge di non ricordarsi che nessuna donna in Italia oggi è costretta a partorire”.

“Sono invece le donne costrette a abortire da motivi socioeconomici, dai compagni, partners che le obbligano di fronte a una gravidanza inaspettata. Noi non ci facciamo spaventare da queste intimidazioni, da questo fascismo, e saremo sempre dalla parte delle donne, saremo sempre fermi a custodire la donna e l’essere madre”, conclude Ruiu.

In un lungo post-denuncia sul proprio profilo Facebook, Pro Vita & Famiglia afferma inoltre, che sono invece le femministe a non rispettare i diritti delle donne con il loro comportamento.

“Difendendo un “aborto libero” che non è libero ma anzi strumento di oppressione sessista, i collettivi fascio-femministi sono funzionali a un sistema sociale che ha interesse a tenere la donna in una condizione di minorità nel mondo del lavoro, impedendole di poter liberamente esprimere la propria aspirazione materna senza rinunciare a quella professionale”, spiegano.

“Pro Vita & Famiglia continuerà a difendere senza paura i veri diritti e le vere libertà delle donne contro l’ideologia fascio-femminista, che manifesta contro la violenza sulle donne mentre se ne fa esso stesso megafono e ripetitore”, concludono dall’associazione.

Di cosa si occupa l’associazione

“Pro Vita & Famiglia”, fondata nel 2012 da Toni Brandi, punta il dito contro le “ultrafemministe” di “Non Una di Meno”, la rete di associazioni che si batte per il diritto all’aborto, la parità di genere e la tutela delle donne vittime di violenza da parte degli uomini.

Per movimento Pro Vita si intende un insieme di organizzazioni e di movimenti sociali, politici e di opinione che a livello internazionale o nazionale si oppongono alla pratica dell’aborto e, in molti casi, si oppongono a vari livelli alle legislazioni che ne consentono la pratica legalizzata. L’associazione, è attiva in tutta Italia anche grazie ai 110 circoli territoriali e si impegna per costruire una società fondata sui valori della vita e della famiglia, contro la “cultura della morte”.

Agisce pertanto per i bambini, la famiglia naturale e la libertà educativa dei genitori e ha principalmente carattere apartitico.