Pensioni bonus per chi rinvia l’uscita. Con Quota 103 si va in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica, requisiti da maturare entro l’anno. La Manovra però prevede anche un bonus per chi rinvia l’uscita dal lavoro.

Pensioni bonus per chi rinvia l’uscita

Nella bozza della legge di bilancio, relativamente alle pensioni, è previsto un bonus per chi, pur potendo uscire con Quota 103 nel 2023, deciderà di restare al lavoro ancora per un altro anno e 10 mesi (oppure 10 mesi se donna), fino al raggiungimento del requisito Fornero.

Se il dipendente (pubblico o privato) deciderà di posticipare la pensione, congelerà l’entità dell’assegno ai 41 anni di contribuzione. Ma per i mesi a seguire, riceverà per intero in busta paga i contributi previdenziali che l’impresa prima versava a Inps: tutti, non solo il 9,19% a suo carico, ma anche il 23,8% a carico del datore. Un bonus totale del 33%, al lordo delle tasse: guadagno netto da 200 a 700 euro netti e oltre al mese.

Come funziona Quota 103

Con Quota 103 si va in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica, requisiti da maturare entro l’anno. Questo strumento si rivolge a tutti i lavoratori dipendenti, anche del pubblico impiego, autonomi e parasubordinati in possesso di 62 anni e 41 anni di contributi al 31 dicembre 2022 o che li matureranno tra il 1° gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2023. Ai fini del raggiungimento dei 41 anni di contributi si possono cumulare gratuitamente anche i periodi temporalmente non coincidenti accreditati in tutte le gestioni Inps con la sola esclusione dei contributi versati presso le casse professionali

Per chi decide di andare in pensione con questa via, non ci sarà alcuna penalizzazione circa il criterio di calcolo dell’assegno, ma solo un tetto massimo per il trattamento riconosciuto. Tuttavia chi decide di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti dell’età per la pensione di vecchiaia non potrà ricevere un assegno superiore a 5 volte quello minimo, ossia sopra i 2.850 euro lordi. Quindi, tra i 62 e i 67 anni (età necessaria per la pensione di vecchiaia) chi sceglie Quota 103 dovrà rinunciare a un trattamento superiore a 5 volte l’assegno minimo. Dai 67 anni in poi, invece, riceverà l’assegno che gli spetta secondo la sua specifica situazione contributiva.